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Internet è buono o cattivo?

I media tradizionali tendono a demonizzare la Rete. Basti pensare a frasi del tipo “La vittima è stata adescata su una chat”. Eppure gli stessi giornali e televisioni, quando non cercano informazioni originali, spesso si affidano al web: accompagnano la cronaca nera con foto dai profili Facebook dei protagonisti e, quando muore una persona famosa, scopiazzano la voce di Wikipedia.

In realtà la domanda sulla bontà di internet è senza senso.

Ogni novità è vista con sospetto, in particolare se influenza la società al punto di rivoluzionare relazioni e percezioni. E questo è anche un bene, ma è male fermarsi al sospetto. Soprattutto le chiese cristiane non devono fermarsi alla diffidenza, rischio l’estinzione. Certo, il messaggio cristiano continuerà perché è lo Spirito Santo che lo anima e alimenta. L’estinzione riguarda il cristianesimo così come lo conosciamo. Alcune aspetti sarebbe anche bene che finissero, ma molti altri — più validi —andrebbero perduti lo stesso.

Come si evita l’estinzione? Chiediamolo all’esperto per antonomasia: Charles Darwin. La vulgata dice che si può riassumere l’evoluzionismo con “Vince il più forte”. Errore. Per Darwin, vince chi si adatta. L’adattamento al cambiamento determina la sopravvivenza del dna della specie. O, se vogliamo, i cristiani che si adattano determineranno la sopravvivenza del tesoro che è stato loro tramandato. Adattarsi non significa tradire, ma capire con umiltà la società sempre più determinata da internet.

Foto copertina: “Internet2” di Fabio Lanari – Internet1.jpg by Rock1997 modified.. Con licenza CC0 tramite Wikimedia Commons.