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Setri Nyomi: «Sogno un’unità cristiana mondiale»

Quali sono state le sue principali sfide, da segretario generale della Comunione mondiale di chiese riformate (Cmcr)?

«Tre sfide principali mi hanno guidato durante questi quattordici anni. La prima era di favorire l’unità delle chiese mentre molte di loro tendono a dividersi, in particolare rispetto a questioni di etica. L’unità delle chiese riformate è essenziale. E mi sono sentito infelice nel constatare, all’inizio del mio primo mandato, nel 2000, che gli 80 milioni di riformati si ripartivano in diverse organizzazioni internazionali. Così, ho davvero avuto voglia di riunire la famiglia riformata e anche i cristiani in generale. Parallelamente, mi sono assicurato che tutte le chiese partner stavano portando avanti il nostro impegno per la giustizia a livello umano, economico e climatico. E infine, l’aspetto delle finanze ha rappresentato una sfida importante. Circa due terzi delle chiese membro risiedono in Paesi del Sud dove le congregazioni vivono in una estrema povertà. Queste chiese vengono verso di noi con problemi reali e dobbiamo aiutarle, ma per poterlo fare abbiamo bisogno di risorse».

Al momento della sua adozione nel 2004 la Confessione di Accra creò tensioni tra le chiese del Sud e del Nord.

«Ci sono state chiaramente tensioni tra le chiese del Sud e del Nord, per via dell’adozione della Confessione di Accra; in particolare rispetto al modo in cui le chiese la interpretavano e a ciò che implicava. Tutti erano d’accordo sul fatto che il sistema economico è ingiusto e che i diritti umani non sono rispettati. In compenso, i membri hanno dato pareri fondamentalmente differenti sul modo di agire e di applicare la Confessione».

È percepita diversamente oggi?

«Sì, sono avvenuti due fatti dopo l’adozione nel 2004, che hanno permesso di ridurre lo scarto tra le diverse posizioni. Primo, due dei nostri membri, la Chiesa protestante di Germania e la Chiesa riformata del Sud Africa, hanno portato avanti un processo di discussione per quattro anni. Ciò ha permesso loro di affrontare la Confessione sotto prospettive diverse e di concludere che essa riguardava tutti. Il rapporto finale, presentato nel 2010 al Consiglio generale in Germania, ci ha permesso di andare avanti tutti insieme con la Confessione. Inoltre, anche la crisi finanziaria del 2008 che ha colpito il mondo economico dei paesi del Nord, ha portato uno sguardo nuovo sulla Confessione di Accra. Ovviamente, restano questioni aperte circa la sua messa in pratica ma questi due fatti ci hanno avvicinato. Quest’anno, per i suoi dieci anni, si svolgerà un incontro ad Hannover durante il quale ci interrogheremo sul modo di affermare il nostro impegno concreto».

Nel comunicato del mese di giugno, il presidente della Cmcr, Jerry Pillay, ha detto: «Stiamo assistendo a delle scissioni all’interno delle denominazioni, alla rottura di partenariati interconfessionali stabiliti da molto tempo e a una tolleranza zero che provoca separazione e disunione». Come vede il futuro della Cmcr ?

«Le scissioni colpiscono tutte le chiese, non solo la famiglia riformata. L’ordinazione dei gay e delle lesbiche o il matrimonio per le persone dello stesso sesso, nonché altre questioni etiche, stanno dividendo diverse chiese. Non dobbiamo solo sperare che la situazione migliori ma davvero chiederci quello che possiamo fare. Per questo, la direzione della Comunione mondiale di chiese riformate offre un “luogo sicuro” per discutere questi problemi».

La Cmcr prende posizione?

«Soltanto su punti che ci sembrano cruciali. Ad esempio, abbiamo preso posizione a favore dell’ordinazione delle donne e abbiamo chiaramente detto che condanniamo la discriminazione sulla base di qualunque elemento, compreso l’orientamento sessuale. Ma riconosciamo che ogni chiesa adotta posizioni diverse su queste questioni. E offriamo un “luogo sicuro”, cioè un luogo neutro, per discutere».

Quali sono stati gli effetti di trasformare l’Alleanza in una Comunione nel 2010? [Ndr nel 2010, l’Alleanza riformata mondiale (Arm) si è unita al Consiglio ecumenico riformato (Cer) per formare la Comunione mondiale di chiese riformate]

«Il fatto di essere una comunione ci ha riavvicinati e ha permesso di renderci ancora più responsabili gli uni verso gli altri. Un’alleanza è un termine militare. Si crea un’alleanza per attaccare un nemico o per opporsi a qualche cosa. Una comunione è un termine teologico, Koinonia, cioè la comunione in Cristo. Se una parte del mondo soffre e l’altra sta bene, essere una comunione significa che ognuno è colpito da questa sofferenza».

Che cosa farà dopo la Cmcr?

«Sono felice di tornare a casa in Ghana, per servire la mia chiesa (la Chiesa evangelica presbiteriana del Ghana). Lavorerò ad Accra, la capitale».

Questa è una notizia di Protestinfo. Traduzione dal francese di Jean-Jacques Peyronel)
Fonte immagine: NEV