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Oxfam: «Scacco matto alle disuguaglianze? Si può fare»

Si è svolto nel fine settimana a Firenze, con una grande affluenza di pubblico, il Festival di Oxfam Italia Creiamo un futuro di uguaglianza, giunto alla sua 2a edizione. I dibattiti previsti tra studiosi, politici, scrittori, giornalisti e rappresentanti della società civile hanno registrato affluenza e partecipazione di un pubblico fortemente interessato a saperne di più sul tema della Disuguaglianza.

Presentato in apertura – dopo gli interventi del vicedirettore della Fao, Maurizio Martina e del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – il Manifesto di Oxfam Per un futuro di uguaglianza a cui tutti possono aderire. Il Manifesto rappresenta la visione di Oxfam per costruire un futuro più giusto, corredata da proposte che permettano di ridurre gli squilibri nella distribuzione di ricchezza e reddito, ridiano valore, potere e dignità al lavoro, garantiscano la parità di genere, assicurino un’educazione inclusiva e di qualità, un accesso equo alle cure e una maggiore mobilità intergenerazionale.

Il Manifesto richiama la necessità di ridefinire il funzionamento dell’economia, ridisegnando profondamente le “regole del gioco” e favorendo modelli d’impresa in grado di coniugare crescita e sostenibilità, redditività e solidarietà.

Sono sei gli ambiti individuati da Oxfam su cui è urgente e possibile intervenire per contrastare disuguaglianze radicate, nocive, destabilizzanti e insostenibili che attraversano la nostra società.

Per un’equa distribuzione di reddito e ricchezza: in un Paese in cui il 10% degli italiani detiene oltre 6 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione, serve una riforma del sistema fiscale che ne aumenti il grado di progressività ed elimini trattamenti fiscali differenziati, serve rafforzare la lotta all’evasione fiscale.
Per ridare valore, potere e dignità al lavoro: in un Paese in cui 1 lavoratore su 4 è povero, servono politiche industriali in grado di creare posti di lavoro tutelati e ben retribuiti, l’estensione erga omnes dei contratti collettivi nazionali, l’introduzione di un salario minimo legale.
Per un’educazione inclusiva e di qualità: in un Paese in cui il tasso di abbandono scolastico è all’11,5%, serve una strategia nazionale per il rafforzamento delle comunità educanti e investire in innovazione didattica.
Per un accesso equo a cure di qualità: in un Paese in cui più di 1 italiano su 9 nel 2021 ha dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie, serve allineare alla media europea il finanziamento del sistema sanitario nazionale, ridefinire il rapporto pubblico-privato e la governance Stato-Regioni per ridurre le disuguaglianze d’accesso e le disuguaglianze territoriali.
Per la parità di genere: in un Paese in cui è ancora di 18 punti percentuali il divario nel tasso di occupazione tra uomini e donne, servono investimenti pubblici in infrastrutture sociali, politiche per la conciliazione vita-lavoro e la parità salariale.
Per la mobilità intergenerazionale: in un Paese in cui 1 giovane su 4 è a rischio povertà ed esclusione sociale e il suo destino è ancora fortemente condizionato dalla famiglia di origine, servono misure fiscali e dotazioni finanziarie che appianino i divari, e politiche di welfare che favoriscano l’emancipazione dei giovani.

In omaggio ai tanti che hanno già iniziato a prendersi cura del futuro perseguendo un presente illuminato, Oxfam Italia ha assegnato il premio Combattere la disuguaglianza, si può fare, dedicato ad Alessandra Appiano, a Rosita Rijtano per il suo libro “Insubordinati – Inchiesta sui rider”, pubblicato da Edizioni Gruppo Abele, che ha saputo raccontare la disuguaglianza proprio in un nuovo mestiere dove si manifesta con una evidenza che non tutti riescono a vedere o capire. Un lavoro di servizio sempre più praticato che tuttavia dovrebbe spingere chi ne usufruisce per pigrizia, gioco o comodità, a porsi le necessarie domande su compensi, garanzie, diritti e tutele di chi lo rende. Emblematica a tal proposito è la voce di Yorgos (nome di fantasia): «Pretendiamo di non vivere più come schiavi». Menzione speciale invece per il reportage sulla malattia mentale Un cuore matto. E solo di Lavinia Nocelli, pubblicato su il manifesto nel giugno 2022, perché occuparsene come fa questa inchiesta serve a non spegnere mai la luce su quello che istituzioni e società civile potrebbero fare in concreto a loro volta per affrontarla e curarla, magari contribuendo a prevenirne cause ed effetti.

Il premio per le organizzazioni va poi a Large Movements per il podcast Oltre l’arcobaleno: storie di vita tra oppressione e libertà, pubblicato su Spotify, che racconta con efficacia, emozione e partecipazione l’odissea di Abdul e di molti altri verso l’Italia e un futuro d’integrazione senza discriminazioni.

Il riconoscimento speciale, dedicato alle aziende, viene invece assegnato a Reynaldi Cosmetici, fondata a Torino nell’80, come laboratorio di produzione di cosmetici naturali dalla dottoressa Maria Grazia Reynaldi, prima italiana a laurearsi in cosmetologia, e molto attenta a ricerca, welfare e sociale. Dalle collaborazioni nelle zone più povere dell’Africa, al conferimento di piccoli lavori manuali, ad associazioni di persone svantaggiate, grazie al progetto Drop House nel quartiere torinese Barriera di Milano, dove 1/4 dei residenti sono migranti, alla linea cosmetica Amàla, prodotta con ingredienti coltivati sui terreni confiscati alle mafie o nelle comunità, che offrono alle persone accolte una possibilità concreta di riscatto. Dal 2019, la proprietà divide in percentuale gli utili con i lavoratori, e nel 2022 tale condivisione ha raggiunto il 50%.