Lo Spirito di Dio ci insegna a pregare

Un giorno una parola – commento a Romani 8, 26

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Io, nel mio smarrimento, dicevo: «Sono respinto dalla tua presenza»; ma tu hai udito la voce delle mie suppliche, quando ho gridato a te
Salmo 31, 22

Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili
Romani 8, 26


Nella mia esperienza di cura pastorale questo versetto è uno di quelli che cito spesso. I fratelli e le sorelle che stanno affrontando delle difficoltà, e soprattutto dei lutti mi confessano che non riescono più a pregare. Sono bloccati. Questa sofferenza, il male subito hanno colpito, oltre alla vita sociale, anche la loro psiche e la vita spirituale. Il dolore è così grande e non riescono più a rivolgersi a Dio. Non trovano le parole, si sentono soffocare.
Gesù Cristo ci ha insegnato che, accettando il dolore consapevolmente nella grazia e nella presenza di Dio, esso può diventare una tappa di maturità che porta alla vita. In questo percorso elaborativo del dolore percorriamo una strada accidentata e isolata dove potremmo sentirci molto soli/e perché siamo deboli, fragili e disorientati/e. Ma, lo Spirito soffia su di noi anche in questi momenti difficili.
Il nostro Dio, colui che ci ha creato, ha dato lo Spirito Santo a tutti/e coloro che credono in Gesù. Sapere che lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili, che lo Spirito sospira con noi, ci conforta. Non ci sentiamo abbandonati. Non viviamo più le nostre vicissitudini con il terrore che non troveremo più la strada verso casa. Lo Spirito può rafforzarci e insegnarci a pregare di nuovo, ad entrare in relazione con Dio, che nella sua fedeltà ci aspetta per riabbracciarci. Il suo abbraccio è benedicente. E noi, in questo abbraccio divino, ci sentiamo compresi/e e al sicuro perché protetti dalla potenza del suo amore. Amen.

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