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Con il Pnrr si ristruttura anche lo storico tempio del Ciabas

«Tutto è nato da un passaparola. Come tecnici del settore sapevamo che all’interno del Pnrr c’era una misura (Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale”) che poteva essere “utilizzata” per gli edifici di culto e quindi abbiamo provato a sondare i vari Concistori delle chiese valdesi della zona per vedere se c’erano necessità di intervento sui templi». È Luca Manfren, architetto di Luserna San Giovanni (To), a spiegarci come si è sviluppato l’iter che ha permesso alla locale chiesa valdese di accedere a un finanziamento a fondo perduto di 120.000 per la ristrutturazione (conservativa e risanativa) del tempio del Ciabas – edificio storico, che sorge appena oltre il confine con Angrogna, alle porte di quello che un tempo era il “ghetto” valdese.

«Due concistori hanno risposto al nostro appello – continua Manfren –: il citato San Giovanni e Angrogna per il tempio del Serre. Per un piccolo problema tecnico il Serre non ha potuto accedere al finanziamento, mentre il Ciabas avrà il suo cantiere estivo. L’intervento riguarda il tetto che ha infiltrazioni ed è “stanco”. Verrà rifatto rispettando i vincoli imposti dalla Sovrintendenza e sarà aggiunto un cordolo d’acciaio antisismico. Anche i serramenti verranno sostituiti e la facciata sarà rifatta riportandola ai colori originari, che sono stati scoperti grazie a una stratigrafia».

Il cantiere si è aperto a fine maggio e in 120 giorni dovrà concludersi. «Sarà un cantiere complesso per via di una serie di vincoli molto rigidi imposti nell’ambito degli interventi legati al Pnrr. Tutti i materiali dovranno essere certificati, così come i mezzi utilizzati; almeno il 70% del materiale di demolizione dovrà essere riutilizzato (le lose per la copertura, il legno della travatura verrà utilizzato come materiale da combustione per riscaldare l’ambiente) e gli interventi non dovranno apportare dei peggioramenti ambientali». Il costo complessivo dell’intervento ammonta a 150.000 euro e la differenza è stata richiesta dal Concistoro di Luserna San Giovanni alla Tavola valdese, in quanto il Ciabas è un luogo simbolo per tutta la Chiesa valdese.

Come si legge sul sito www.piemontesacro.it «È molto probabile che quello del Ciabàs sia stato uno dei primi templi ad essere costruiti e risalga agli anni 1555-56. Si trova ai margini del territorio del comune di Angrogna che un tempo era il limite dei rigorosi confini che erano stati imposti ai valdesi per la professione della loro fede; venne edificato dalla comunità del vicino villaggio di San Giovanni che era escluso dal territorio autorizzato dai Savoia. Proprio per questo motivo è divenuto un importante simbolo nella storia dei protestanti delle valli piemontesi.

Ciabàs nella parlata locale significa grande capanna, è un locale architettonicamente assai modesto ma in grado di contenere un elevato numero di persone; oltre ai valdesi stanziati a San Giovanni accoglieva anche coloro che salivano dai paesi della pianura che abitavano soprattutto nei centri di Bibiana, Fenile e Campiglione.
Fino ai primi anni dell’Ottocento servì alla comunità di San Giovanni che già nel 1619 aveva edificato un tempio sul suo territorio ma le vicende storiche legate alla repressione ne avevano impedito l’utilizzo fino a causarne la completa demolizione.

Durante le persecuzioni il Ciabàs venne distrutto più volte: nel 1561, 1655 e 1686, venne poi definitivamente ricostruito nel 1701 ma agli inizi dell’Ottocento cadde in disuso; nel 1868 vennero fatti i primi lavori di recupero che proseguirono poi nel 1894, gli ultimi restauri risalgono al 1986 e hanno riportato la struttura al suo aspetto originario.
Grandi predicatori si avvicendarono nel tempio del Ciabàs che condensa dentro di sé una parte importante della storia dei valdesi. Il primo pastore del Ciabàs fu Goffredo Varaglia di Busca che dopo essersi convertito al protestantesimo si era recato a studiare a Ginevra, il Varaglia venne arrestato a Barge come eretico e condannato al rogo a Torino nel 1558. Gli succedette Scipione Lentolo noto per essere l’autore dell’opera Historia delle grandi e crudeli persecutioni fatte ai tempi nostri in Provenza, Calabria e Piemonte, contro il popolo che chiamano valdese e delle gran cose operate dal Signore in loro aiuto e favore, scritta nel 1595.
Nell’aprile del 1560 Filippo di Savoia, conte di Racconigi, entrò nel tempio per assistere al culto, apparentemente con una certa benevolenza, ma l’hanno seguente, prima del Trattato di Cavour, il tempio venne distrutto per mano della repressione.

Il 22 marzo del 1686 i rappresentanti delle Valli Valdesi riuniti nel tempio scelsero di opporre la resistenza armata piuttosto che arrendersi alle truppe inviate dal Duca di Savoia.
All’epoca era vietato seppellire gli eretici nei cimiteri cattolici consacrati, quindi dopo la ricostruzione del Settecento, il tempio del Ciabàs accolse i corpi di numerose personalità di diversi stati europei che erano decedute in Piemonte; fra tutte va ricordato il barone tedesco Karl Sigmund Friedrich Wilhelm von Leutrum, conosciuto popolarmente con il nome di Barun Litrun, il generale al servizio dei Savoia che per le sue valorose imprese era stato nominato governatore di Cuneo. Morì nel 1755 e per suo volere venne sepolto nel tempio del Ciabàs, rinunciando agli onori che gli erano stati offerti dai Savoia nel caso avesse rinunciato alla sua fede; all’interno del tempio è ancora ben visibile la lapide che lo ricorda. Molto nota è la canzone popolare che ricorda che il duca Carlo Emanuele III si recò a Cuneo per cercare di convertire il Barun Litrun a “morire da buon cristiano” ma lui non volle accettare e chiese di essere seppellito in Val Luserna nel tempio del Ciabàs».

Foto di Flucco – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=91525368