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L’unità di Cristo con il Padre

La mano del Signore è forse accorciata?
Numeri 11, 23

Gesù disse: «E in verità vi dico anche: se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli»
Matteo 18, 19


Quante volte ci troviamo in situazioni di disagio che non sappiamo affrontare e quante volte abbiamo desideri belli che non riusciamo a soddisfare!
Il versetto di oggi ci presenta una meravigliosa promessa di Gesù e un invito a pregare. L’oggetto della preghiera non è altro che la promessa stessa: “Domandare una cosa qualsiasi”. Non cose qualsiasi per soddisfare il proprio “io”, ma richieste fatte in accordo, in armonia, d’«un cuor solo e un’anima sola» (Atti 4, 32).
C’è una spiegazione semplice e chiara di questa unità: essa deve riflettere il modo di essere di Dio in Cristo e di Cristo con il Padre. Non è qualcosa di cui possiamo trarre altri esempi di unità, un andar d’accordo nelle vicende della vita.

Il riferimento è la stessa unità di Cristo con il Padre. Se pensiamo ad altre parole di Gesù, riusciamo a cogliere che l’unità del Figlio con il Padre è un’unità che si esprime nel dono dell’uno per l’altro, un donarsi reciproco, un’unità il cui frutto è l’amore che fa dono della vita, un amore in cui l’altro è più importante.
È l’unità riversata in noi dallo Spirito Santo che ci mette in condizione di amare Cristo e in lui di amare il prossimo. È l’unità che non possiamo realizzare con le nostre forze e alla quale possiamo disporci mediante l’ascolto della Parola e la preghiera.
In questa unità, dove due o tre sono raccolti nel nome del Signore, cioè con la sua presenza in mezzo (Matteo 18, 20), prende forma e corpo la comunità cristiana. Una comunità dove fratelli e sorelle pregano secondo la volontà di Dio, dove Gesù stesso è con loro, e dove Dio dà ascolto alle loro preghiere.
Che benedizione! Che gioia! «Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme!» (Salmo 133, 1).