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La solidarietà e la cooperazione: un legame sempre più forte

Non c’è ancora pace per i 20 milioni di abitanti il Burkina Faso: colpi di stato a ripetizione (due nel 2022) e una spinta jihadista dal nord che ha provocato un alto numero di sfollati e di vittime innocenti.

Il legame fra il Pinerolese e il paese africano è forte e ormai consolidato grazie ad alcuni progetti di solidarietà, in particolare legati all’Otto per Mille valdese. Il collegamento con il Burkina Faso nasce però ormai più di 20 anni fa, nel 2001, con il progetto di cooperazione decentrata Enndàm (facente parte di Lvia) attivato dal comune e dalla comunità di Piossasco.

Nel corso degli anni sono stati coinvolti altri comuni del pinerolese e della cintura torinese: Airasca, Cantalupa, Coazze, Frossasco, Giaveno, Orbassano, Roletto, Pinerolo, Trana, Villarbasse e Piossasco.

Adriano Andruetto è uno dei motori di questo progetto ormai molto ramificato. «La Tavola valdese con l’Otto per Mille ha fatto molto per Gorom-Gorom: in passato due scuole, una dedicata a Tullio Vinay e negli ultimi anni invece è nato un progetto legato all’avicoltura con una cascina-scuola.

Inoltre bisogna ricordare che il Liceo Valdese di Torre Pellice ha in carico due sostegni scolastici a Gorom-Gorom; quattro li segue l’Unione femminile della Chiesa valdese di Pinerolo e tre l’Unione femminile della Chiesa valdese di Perrero, val Germanasca. Ma ci tengo a sottolineare che l’attenzione è “ecumenica” in quanto sono stati raccolti fondi proprio in occasione di una celebrazione fra chiesa cattolica e valdese da destinare agli sfollati, fra cui molti bambini e soprattutto donne».

In questi giorni una delegazione proveniente dallo stato africano è nel Pinerolese, per visitare le varie realtà che cooperano con il loro territorio. Ci sono state le visite istituzionali nei vari Comuni, nelle chiese, e dalle associazioni che sostengono i progetti in Burkina Faso, che oggi, più che mai, ha bisogno del nostro aiuto. Infatti Gorom-Gorom è nella regione a nord del paese, dove le forze terroriste jihadiste spingono le persone a lasciare le proprie terre e a spostarsi verso la cittadina.

«Ci sono molte donne e molti bambini sfollati nella zona di Gorom-Gorom ci spiega Aminintou Mint Bobo (presidentessa dell’associazione Agafiet, La pace e il dialogo interreligioso cristiani-musulmani) e sono arrivati senza nulla. Sono scappati rapidamente senza poter portare con sé nulla. Ci sono circa 50.000 sfollati con ovviamente problemi legati all’igiene pubblica: un esempio: per un secchio d’acqua le donne escono al mattino e rientrano alla sera. Nonostante queste grandi difficoltà stiamo cercando dei fondi per poter dare un futuro a queste persone: per prima cosa dobbiamo riuscire a fornirgli i documenti (tutti gli archivi comunali dei loro paesi di origine sono stati bruciati) che gli permettano di continuare gli studi e di lavorare».

«C’è una reale instabilità aggiunge Dicko Amadou Diemdioda – già Ministro dell’istruzione di base e Deputato di Gorom Gorom – derivata dai due colpi di stato succedutesi in rapidamente negli ultimi anni. L’instabilità politica del Sahel ha spinto molte persone a spostarsi a sud; la speranza è quella che la situazione si stabilizzi quanto prima, anche perché la situazione alimentare potrebbe diventare un problema a breve».

Tornando invece ai progetti Otto per Mille sta funzionando quello legato all’avicoltura. A spiegarcelo meglio è Ly Amadou Abidine, coordinatore del progetto. «Il progetto ha raccolto un grande favore da parte della popolazione femminile a cui è rivolto, si propone di insegnare i vari aspetti dell’allevamento del pollame: dalla costruzione dei pollai alla gestione economica della piccola azienda; da come devono essere nutriti a come inserirsi nel mercato. Oltre 200 beneficiarie hanno già seguito il progetto e in ultimo abbiamo potuto, grazie all’Otto per Mille, installare dei pannelli solari fotovoltaici con batterie di accumulo che ci garantiscono l’energia elettrica necessaria agli incubatoi 24 ore su 24 (nella zona abbiamo solo energia elettrica per 10 ore al giorno). L’obiettivo su medio termine è quello di creare un consorzio fra i vari produttori per poter entrare nel mercato della capitale».

E al tempo stesso le galline allevate offrono un valido contrasto alla malnutrizione, altro obiettivo del progetto.