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In Israele enormi manifestazioni contro il governo di estrema destra

Sabato sera 21 gennaio una folla enorme, stimata in almeno 100.000 persone, è scesa nelle strade di Tel Aviv in quella che i manifestanti hanno descritto come una «lotta per il destino di Israele» per i radicali cambiamenti giudiziari proposti dal nuovo governo di estrema destra.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu è tornato in carica il mese scorso alla guida di una coalizione di partiti conservatori e religiosi che costituiscono il governo più di destra nella storia del paese.

La nuova amministrazione ha accusato la corte suprema israeliana di pregiudizi di sinistra e di aver oltrepassato la sua autorità. Sta cercando di frenare i poteri della corte limitando fortemente la sua capacità di ribaltare leggi e decisioni del governo e dando alla Knesset, il Parlamento israeliano, un maggiore controllo sulle nomine giudiziarie.

La protesta di Tel Aviv, insieme a manifestazioni minori a Gerusalemme, Haifa e Beersheba, sono state scatenate dal timore che le proposte di vasta portata minino le norme democratiche. Poiché Israele non ha una costituzione formale, la corte suprema svolge un ruolo importante nel tenere sotto controllo i ministri del governo.

Netanyahu – lui stesso sotto processo con l’accusa di corruzione – ha difeso i piani. I suoi oppositori affermano che le modifiche proposte potrebbero aiutare il primo ministro a eludere una condanna o addirittura a far archiviare del tutto il suo caso.

Il leader dell’opposizione israeliana ed ex primo ministro, Yair Lapid, così come molte altre figure di tutto lo spettro politico del paese, sabato si sono rivolti ai manifestanti nel centro di Tel Aviv mentre la folla sventolava la bandiera nazionale bianca e blu e teneva cartelli con la scritta “No alla dittatura”.

«Abbiamo qui nelle strade rappresentanti di molti gruppi che di solito non escono per protestare, ma sono qui, anche di destra », ha detto un oratore, il celebre romanziere David Grossman.

«Questo gruppo immensamente diversificato è pronto a mettere da parte le sue differenze e a combattere questa lotta esistenziale… Nel suo 75° anno, Israele è in una lotta fatale per il suo carattere, per la sua democrazia e per lo status del suo stato di diritto».

I raduni di sabato si basano su manifestazioni simili nelle ultime settimane, tra cui una a Tel Aviv lo scorso fine settimana che ha attirato 80.000 persone, proteste a livello nazionale da parte degli studenti e una fuori da un tribunale di Tel Aviv.
Oltre al crescente movimento di protesta, il primo ministro ha subito pressioni da parte del procuratore generale israeliano dopo una sentenza della scorsa settimana che ha squalificato l’alleato chiave Aryeh Deri dalla carica di governo a causa di una condanna per reati fiscali.

Netanyahu è stato costretto a licenziare il leader del partito Shas durante la riunione di gabinetto di domenica, dichiarando che «la decisione dell’alta corte ignora la volontà della nazione».

L’altro partner, l’estremista di destra Itamar Ben-Gvir, nominato ministro per la Sicurezza con le sue esternazioni e le sue azioni continua a provocare reazioni indignate, addirittura da parte dello storico partner statunitense.

Foto di Chatham House