Costruttori e costruttrici di arche

Noè trovò grazia agli occhi del Signore 
Genesi 6, 8

Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra? 
Luca 18, 8

I brani che meditiamo, così come proposti dal lezionario “Un giorno una parola”, ci danno una certezza riguardo a Noè (così la percepiva lo scrittore biblico) e una realtà in cui non c’è certezza, ma soltanto una domanda a cui dare risposta. Noè è lontano nel tempo e la sua esperienza può essere ricordata e ammirata, ma davanti a noi sta una domanda vitale: «Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?».

La speranza di ogni credente è che la risposta sia affermativa: Sì, il Figlio dell’uomo, alla sua venuta, troverà la fede sulla terra. Egli troverà persone che “hanno trovato grazia agli occhi del Signore”. Saranno persone scelte, elette per la bontà del Signore, che metteranno la propria bravura nel costruire un’arca per dare rifugio e soccorso a chi è in pericolo. Vediamo un’arca oggi in una nave che presta soccorso alle persone in balia delle onde e a rischio della propria vita. Nell’esperienza di Noè vediamo la chiamata a costruire arche, tante arche, che prestino soccorso e non solo a chi è in mezzo al mare, ma anche a chi è sulla terra ferma, ai confini di quei paesi che vengono sognati dai migranti e che sono abitati da persone dure di cuore, incapaci di accogliere. Bisognose di un’arca sono anche quelle persone abbandonate, senza nessuno a cui aggrapparsi per sopravvivere, per costruire il proprio futuro. I poveri sono in aumento, le nuove povertà ci circondano, la perdita del lavoro è una piaga e così pure la disoccupazione crescente. Chiudere gli occhi di fronte a tutto questo e rimanere osservatori inoperosi è mancanza di fede.

Il Signore vuole trovare la fede sulla terra; ci chiama per fare di noi costruttori di arche. Eli stesso susciterà vari Noè che costruiranno arche, senza stancarsi, arche per soccorrere persone bisognose, per costruire una società che non lasci indietro nessuno e che non discrimini alcuno.