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Dio conosce ogni cosa di noi

Signore, tu mi hai esaminato e mi conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero
Salmo 139, 1-2

In lui viviamo, ci moviamo e siamo, come anche alcuni vostri poeti hanno detto: “Poiché siamo anche sua discendenza”
Atti 17, 28

Come trovare Dio in un cosmo per molti di noi spaventoso, perché freddo, immenso, vuoto e spesso ostile? 

Esiste una testimonianza comunitaria primordiale, che non ha garanzie attraenti al di là della propria convinta e concreta esperienza e passione.  Questo inno allo stupore canta non solo di un Dio che si cura di me, ma di un Dio, il cui Essere è così intimamente connesso al mio da far parte del tessuto della persona che sono. Un Dio che prende l’iniziativa nel rivendicare ogni individuo, tanto che la nostra conoscenza di Dio deriva non da una nostra capacità superiore, ma dalla conoscenza e dalla cura che Dio ha per noi.

Non c’è aspetto della nostra vita – persino dei nostri impulsi più segreti – che a Dio sia celato. A prima vista questa consapevolezza non sembrerebbe una buona notizia, perché non ci piace un Dio che invada la nostra intimità e che possa intimidirci e spadroneggiare. Eppure, il Signore dell’Alleanza qui celebrato nel Salmo non è il capo della polizia morale in agguato per condannarci, piuttosto, è così intimamente coinvolto nella sua creazione da relazionarsi ai livelli più profondi del nostro conscio e inconscio. Con te, con me, ha un rapporto speciale, non in senso generale o collettivo, ma personale, è il Tu che ci sorregge, accompagna, sovrasta, vede, precede, permea, parla.

Qui non si fa una discussione filosofica astratta sull’esistenza o meno di una divinità lontana, ma un’affermazione di stupore riguardante me in relazione al mio Dio, o riguardante il mio Dio in relazione a me.

Questa vicinanza ci è data per la consapevolezza di un legame di parentela nostra con Dio. Non siamo lontani da Dio perché percepiamo una intima unione che abbraccia insieme la nostra vita corporea e l’essenza spirituale. Dio ci è vicino, perché ci ha creati a sua immagine e si è comunicato a noi e alla nostra coscienza di esistere come genitore nella sfera nostra più privata, e questa testimonianza traspare anche dalla testimonianza dei poeti antichi e moderni.