istock-994293586

Libertà religiosa sempre sotto attacco in Algeria

Un recente rapporto dell’Uscirf denuncia la «grave violazione del diritto internazionale sulla libertà religiosa» in Algeria.

La Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (Uscirf) ha recentemente pubblicato un nuovo rapporto sulle condizioni della libertà religiosa in Algeria. Il rapporto evidenzia gli aspetti della legislazione algerina che non sono coerenti con le tutele legali internazionali per la libertà di religione o di credo, tra cui le leggi contro la blasfemia e il proselitismo.

«Negli ultimi anni, il governo algerino ha applicato sempre più spesso queste leggi, imprigionando persone per blasfemia e proselitismo», si legge nel rapporto, che aggiunge: «Ha anche interpretato altri precetti legali in modo da violare il diritto di culto degli algerini».

Il rapporto ricorda che la Costituzione algerina considera «inviolabile» il diritto di opinione e protegge il diritto di culto «se esercitato in conformità con la legge». Il documento afferma inoltre che l’Algeria ha ratificato la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici nel 1989, compreso l’articolo 18, che garantisce a tutti gli individui il diritto di manifestare la propria religione o il proprio credo attraverso il culto, la pratica, l’osservanza e l’insegnamento. Ma deplora che altre leggi minaccino questo diritto, in particolare quelle contro la blasfemia e il proselitismo. Secondo gli esperti dell’Uscirf, l’applicazione di queste leggi è aumentata negli ultimi anni, il che costituisce «una grave violazione del diritto internazionale sulla libertà religiosa».

Secondo il Codice penale algerino, chiunque «offenda il Profeta e i messaggeri di Dio o denigri il dogma o i precetti dell’Islam, sia per iscritto, sia con opere d’arte, sia con la parola o con qualsiasi altro mezzo» può essere punito con tre-cinque anni di carcere e con il pagamento di una multa compresa tra 50.000 e 100.000 dinari algerini (circa 350-700 euro).

Per quanto riguarda l’ordinanza 06-03 emanata nel 2006, l’Uscirf ritiene che «sebbene questa ordinanza miri a proteggere i diritti dei non musulmani di praticare il culto in comunità tra loro e in pubblico, essa impone anche restrizioni ingiustificate ai diritti dei non musulmani di manifestare pubblicamente la loro religione attraverso l’insegnamento».

Secondo l’articolo 11 dell’ordinanza 06-03, chiunque «inciti, costringa o utilizzi mezzi di seduzione allo scopo di convertire un musulmano a un’altra religione; o utilizzi a tal fine istituti di insegnamento, educativi, sanitari, sociali e/o culturali, istituti di formazione, o qualsiasi altro istituto, o qualsiasi altro mezzo finanziario» è punibile con una pena detentiva da tre a cinque anni e una multa da 500.000 a 1 milione di dinari algerini. Chiunque «produca, immagazzini o distribuisca materiale stampato o sequenze audiovisive o con qualsiasi altro mezzo o mezzo volto a minare la fede di un musulmano» è passibile delle stesse sanzioni.

Secondo gli esperti dell’Uscirf, l’attuazione di questa ordinanza «discrimina le minoranze religiose, in particolare i protestanti evangelici».

Il rapporto fa riferimento anche alle leggi che regolano il culto. «Per gli algerini che praticano un culto non musulmano», si legge nel rapporto, «l’ordinanza 06-03 prevede che il culto collettivo si svolga esclusivamente in edifici autorizzati a questo scopo dalla Commissione nazionale per il culto non musulmano». Gli esperti affermano che «il governo avrebbe rifiutato di riconoscere la richiesta di registrazione dell’Associazione evangelica protestante (APE) e avrebbe costretto almeno 16 chiese dell’APE a chiudere a causa del loro status non registrato». 

L’Uscirf aveva inserito l’Algeria nella sua Lista di sorveglianza speciale nel 2021. Il governo statunitense ha quindi esercitato pressioni sul governo algerino. Per queste gravi violazioni della libertà religiosa internazionale, la Commissione chiede al governo statunitense di mantenere l’Algeria nella lista. Inoltre, conclude il rapporto, «per incoraggiare il governo algerino a non ripetere gli errori del passato, il governo statunitense dovrebbe assistere le autorità algerine nell’adozione di riforme politiche appropriate e progressive per rendere la legge e la pratica algerina conformi agli standard legali internazionali».