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Louis Appia e la nascita della Croce Rossa Internazionale

A Ginevra il 26 ottobre 1863 nasce ufficialmente fondata la Croce Rossa Internazionale.

L’istituzione prende l’avvio da un’idea di Jean Henri Dunant che insieme ad altri quattro cittadini svizzeri aveva creato, l’anno precedente, il Comitato ginevrino di soccorso dei militari feriti comunemente chiamato, Comitato dei cinque.  Alla prima Conferenza Internazionale di Ginevra aderiscono già 31 rappresentanti di 16 Paesi diversi, che il 29 ottobre dello stesso anno, firmeranno la prima Carta Fondamentale della Croce Rossa. Nel febbraio del 1864, quando scoppia la guerra fra la Danimarca e la Prussia, il nuovo istituto umanitario ha la prima occasione per intervenire in aiuto dei feriti e delle vittime da entrambe le parti.

Nel comitato dei cinque da cui nascerà la Croce Rossa, faceva parte anche il medico valdese Louis Appia, figura imprescindibile in questa vicenda.

Appia (ricorda Sara E. Tourn su Riforma.it) «Nipote, figlio e fratello di pastori, spese la sua vita tra la Germania, la Svizzera (paese d’origine della madre) e l’Italia. Proprio qui, soccorrendo i soldati nella battaglia di Solferino, insieme all’amico Henry Dunant, giovane impiegato di banca ginevrino, maturò le idee innovative che Dunant avrebbe concretizzato e diffuso pochi anni dopo nel Comitato ginevrino di soccorso per i soldati feriti, poi Comitato internazionale della Croce Rossa, che i due avrebbero fondato insieme a un altro medico, Theodore Maunoir, il giurista Gustave Moynier e il generale Henry Dufour.

Appia può quindi essere considerato a ragione il precursore, oltre che uno dei fondatori, della Croce Rossa; ma c’è un altro elemento fondamentale, come sottolinea ai microfoni di Radio Beckwith evangelica (qui l’intervista integraleGabriella Ballesio, archivista dell’Archivio storico della Tavola valdese (Torre Pellice, Torino), presso il quale è conservato un fondo Appia donato dalla famiglia, in cui si trova tra l’altro il testo di una conferenza autografa sulle origini della Croce Rossa.  

Appia e Dunant frequentavano insieme la Société évangélique, cioè l’ambiente “risvegliato” ginevrino, e non è un dettaglio di poco conto: «Non possiamo capire l’idea della Croce Rossa, lo spirito umanitario e le iniziative di questo gruppo di persone senza pensare che le loro radici, la loro formazione è quella di credenti evangelici profondamente convinti che si riunivano nella cappella dell’Oratoire, dove si riunivano i dissidenti, quelli che criticavano la chiesa nazionale svizzera, i “risvegliati”(movimento che coinvolgerà anche le valli valdesi). Questo li porta a impegnarsi in ogni campo, dalle società di utilità pubblica, alle società di igiene e di soccorso agli orfani… fino alle guerre. Quando l’Italia del nord diventa un unico campo di battaglia con le guerre di indipendenza, queste persone si sentono chiamate, in ragione della loro fede, a intervenire».

E l’aspetto particolare, innovativo, sottolinea ancora Ballesio, è che prestano soccorso ai soldati di entrambi gli schieramenti: l’idea non è curare i propri soldati, come normali medici militari, ma, da civili, soccorrere chiunque ne abbia bisogno: «Il grosso apporto di Louis Appia è proprio la sua neutralità e la sua internazionalità: non comitati locali, ognuno dei quali interviene sul proprio territorio e fronte, ma un respiro internazionale. Addirittura, negli anni Novanta, Appia cercherà di esportare questa impostazione nel mondo mediorientale, recandosi al Cairo», da cui deriverà poi la Mezzaluna Rossa.

Nel 2009 il pastore valdese Franco Giampicoli (direttore del Centro ecumenico Agape dal 1966 al 1971, e moderatore della Tavola valdese dal 1986 al 1993, scomparso nel 2015) dedicò un bel libro «all’inventore» (evangelico) dei diritti umani: Henry Dunant – Il fondatore della Croce Rossa (Claudiana Editrice).

 

Nella foto la famiglia Appia a Torre Pellice