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Malala torna in Pakistan per aiutare nel post alluvione

Martedì 11 ottobre è arrivata nel suo paese natale, il Pakistan, per visitare le vittime delle alluvioni. Dieci anni fa, Malala Yousafzai, vincitrice del Premio Nobel per la pace, era stata vittima di un attacco che le ha quasi tolto la vita. Malala aveva 15 anni quando, il 9 ottobre 2012, alcuni membri del Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), i talebani pakistani, fecero irruzione nell’autobus che la riportava a casa da scuola e le spararono alla testa per aver osato promuovere una campagna per la scolarizzazione delle ragazze nella sua valle dello Swat (nord-ovest). Dopo aver ricevuto cure d’emergenza in Gran Bretagna, è diventata un simbolo globale della resistenza all’estremismo religioso e una voce per le ragazze non istruite, prima di diventare la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace della storia nel 2014.

Malala, che vive in Gran Bretagna ed era già tornata in Pakistan nel 2018, è arrivata con il padre a Karachi martedì. Doveva visitare le aree rurali circostanti colpite dalle catastrofiche inondazioni causate dalle piogge monsoniche. L’attivista sta cercando di «tenere alta l’attenzione della comunità internazionale sull’impatto delle inondazioni in Pakistan e sottolineare la necessità di un’assistenza umanitaria urgente», ha dichiarato la sua organizzazione, Malala Fund, in un comunicato. La provincia di Sindh, di cui Karachi è la capitale, è stata la più colpita dalle inondazioni.

Aumento della violenza

Un terzo del Paese sott’acqua, otto milioni di persone sfollate, due milioni di case distrutte o danneggiate e 1.500 ospedali e cliniche devastate. I danni sono stimati in 28 miliardi di dollari e una crisi sanitaria minaccia ora gli sfollati. La visita di Malala avviene mentre gli studenti della sua ex scuola nella città natale di Mingora hanno aderito a uno sciopero per protestare contro la crescente violenza nella regione. Lunedì, l’autista di uno scuolabus è stato ucciso e uno studente di 10 anni è stato ferito in un attentato, inducendo circa 2.000 studenti e insegnanti a sospendere le lezioni.

L’opinione pubblica sospetta il TTP, che ha negato ogni responsabilità. Il TTP ha controllato la Valle dello Swat tra il 2007 e il 2009, all’inizio della sua insurrezione contro lo Stato pakistano, prima di essere scacciato da intense operazioni dell’esercito. Gruppo separato dai Talebani afghani, ma animato dalla stessa ideologia e da una lunga storia comune, negli ultimi mesi è tornato in forze nel Pakistan nord-occidentale, intensificando gli attacchi, soprattutto contro le forze di sicurezza.

 

Foto:https://www.flickr.com/photos/southbankcentre/13008190293/