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«Meno soldi per le guerre, più fondi per pace, lotta al razzismo e ai cambiamenti climatici»

 

Nei giorni scorsi il Consiglio nazionale di chiese cristiane negli Stati Uniti (NccUsa) ha firmato una lettera rivolta al Congresso (Parlamento) degli Stati Uniti relativa alle priorità del bilancio statale. Tra i partner  e cofirmatari si segnalano l’Alleanza battista, la Chiesa di Brethren, la Chiesa presbiteriana, la Chiesa metodista e la Chiesa unita di Cristo.

«Come organizzazioni di fede con profondi legami nelle comunità degli Stati Uniti e del mondo, sappiamo che i bilanci sono documenti morali che riflettono le nostre priorità nazionali – si legge nel testo – . Le nostre fedi ci invitano a rifiutare la guerra, ad amare il prossimo e a investire nel benessere umano. Le sfide più gravi alla sicurezza degli americani derivano da minacce non militari, quali le malattie pandemiche, i cambiamenti climatici, la povertà e il razzismo. Quest’anno fiscale offre al Congresso l’opportunità di investire in settori che affrontano queste cause primarie di insicurezza. Esortiamo il Congresso a tagliare drasticamente il livello di spesa destinato alle armi e alla guerra nel bilancio dell’anno fiscale 2023, ben al di sotto della richiesta del Presidente Biden di 813 miliardi di dollari, e a investire invece questo denaro in programmi che rispondano ai bisogni umani».

L’attacco è rivolto in particolare al ruolo di giustiziere globale che gli Stati Uniti hanno assunto a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale: «Le nostre tradizioni di fede denunciano la guerra e la violenza come soluzioni ai problemi globali, declinando il danno che causano sia alle vittime che agli autori della violenza. Affermiamo che, a prescindere dalle ragioni che l’hanno scatenata, la guerra è distruttiva per natura e provoca demolizioni fisiche, traumi emotivi e cicli continui di punizioni e violenze. Per costruire una pace vera e giusta, dobbiamo sottrarci al ciclo di guerra perpetua e porre fine alla pratica di spendere una parte schiacciante del bilancio federale degli Stati Uniti in armi e guerre».

«Questi temi sono evidenti anche nelle nostre sacre scritture – prosegue la lettera -. In Romani 12, 20-21 leggiamo: “Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere…Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”. Allo stesso modo, papa Francesco ha avvertito che sarebbe una “follia” per i Paesi occidentali aumentare i loro bilanci militari in risposta alla guerra in Ucraina, sfidando invece le nazioni a sostituire la “logica perversa e diabolica delle armi” con un nuovo approccio strategico alle relazioni internazionali che dia priorità alla pace».

Da qui le richieste specifiche: «Il Congresso dovrebbe espandere i finanziamenti del governo per affrontare la salute, la sicurezza e il benessere delle persone e del nostro pianeta, non sovvenzionare armi e guerre. Senza investimenti finanziari negli sforzi di vaccinazione globale, il Covid-19 continuerà a diffondersi, sconvolgendo i mezzi di sussistenza e minacciando le vite in tutto il mondo. Allo stesso modo, il cambiamento climatico rappresenta una minaccia esistenziale per il nostro pianeta e contribuisce a causare gravi eventi meteorologici e sfollamenti forzati. La povertà e il razzismo negano a milioni di persone la loro dignità intrinseca e perpetuano l’emarginazione e la violenza. Queste importanti sfide non possono essere affrontate con le armi o la forza militare».

Le cifre spiegano meglio delle parole di che proporzioni stiamo parlando: «Il Pentagono riceve ogni anno enormi quantità di denaro, mentre i programmi per i bisogni umani sono abitualmente trascurati e non hanno tenuto il passo dell’inflazione. Con soli 100 miliardi di dollari degli 813 miliardi richiesti per le armi e la guerra, il Congresso potrebbe scegliere di fornire assistenza sanitaria a quasi 35 milioni di bambini provenienti da ambienti a basso reddito, produrre 2,5 miliardi di vaccini contro il Coronavirus o creare quasi 580.000 posti di lavoro nel settore dell’energia pulita nel corso di un anno. Questi investimenti costruiranno una sicurezza più sostenibile per le nostre comunità e per la società nel suo complesso».

Nell’anno fiscale 23, le comunità religiose esortano dunque il Congresso «a respingere il massiccio aumento di bilancio proposto per le armi e la guerra, e a chiedere invece investimenti in programmi a beneficio delle persone bisognose».

 

Foto di Robert Jones da Pixabay