istock-1263765920

Haïti, rapiti due pastori protestanti

Individui armati non identitifcati hanno rapito la sera di domenica 20 febbraio il pastore Richard Veillard e suo figlio a Pétion-Ville, ad Haiti. Lo ha reso noto in una dichiarazione pubblica la stessa chiesa di appartenenza, la Chiesa di Dio Sainte-Cité.

Si tratta del secondo rapimento in poche settimane di un pastore sull’isola caraibica. Il 6 febbraio è stato infatti sequestrato il pastore Lochard Rémy, ancora nelle mani dei banditi e per la liberazione del quale è stato richiesto un riscatto di due milioni di dollari, cifra non certo a disposizione della chiesa protestante, che come tutta la società haitiana, vive anni di grandi crisi e ristrettezze.

La Federazione protestante di Haiti (Fph) denuncia i rapimenti che continuano a essere perpetrati da bande armate che terrorizzano la popolazione e al contempo critica l’atteggiamento delle autorità statali che non sembrano avere la forza di contenere questa piaga.

«La Federazione è una forza morale. Quindi non può che accontentarsi del dialogo, per trovare una soluzione, ma non ha mezzi per esercitare pressioni», dice il pastore Calixte Fleuridor, presidente della Federazione protestante.

Durante una sessione organizzata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite (Onu) ad Haiti, l’americana Helen La Lime, ha esortato le autorità statali haitiane ad affrontare con urgenza il fenomeno dell’impunità persistente. Lo scorso autunno destò clamore il rapimento di 17 missionari, liberati a distanza di mesi nei giorni attorno alla fine dell’anno