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Cyberbullismo e sicurezza in rete, parliamone

L’otto febbraio in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, istituita e promossa dalla Commissione Europea.  L’appuntamento con il Safer Internet Day, accompagnato dal consueto slogan: Together for a better Internete prevede un fitto programma di iniziative promosse dal Ministero dell’Istruzione, coordinatore del progetto Generazioni Connesse, il Safer Internet Centre, Centro italiano per la sicurezza in Rete. 

L’evento nazionale di apertura alle 10 (guarda ora la diretta) con la partecipazione del Ministro Patrizio Bianchi prevede la diretta sul canale YouTube del Ministero.   

In tutta Italia saranno poi numerose le attività promosse nelle scuole e da enti quali l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, la Polizia di Stato, Telefono Azzurro e Save the Children. Un’importante ricerca ci dice che «oggi il tempo speso online è minore rispetto al passato e che vi è una maggiore consapevolezza dei rischi in cui si può incappare sul web». L’annuale ricerca è quella condotta da Generazioni Connesse in collaborazione con Skuola.net, l’Università degli Studi di Firenze e La Sapienza Università di Roma – il Cirmpa. 

L’indagine ha analizzato un campione di 2.472 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado e ricorda che «se tra il 2019 e il 2020 la percentuale di coloro che raccontavano di essere connessi dalle 5 alle 10 ore al giorno – passando dal 23 al 59% –  era più che raddoppiata, nell’ultimo anno il dato lentamente ha iniziato a tornare sui livelli pre-pandemia fino alla più recente rilevazione secondo cui il 42% dei ragazzi è stato collegato al web per un tempo medio così lungo».  

Meno ore su Internet anche «per coloro che si dichiarano “sempre connessi”, che scendono dal 18% rilevato nel 2021 al 12% della prima rilevazione del 2022. Il restante 46% degli adolescenti coinvolti nella ricerca, invece, stima di passare online meno di 4 ore al giorno, contro il 23% complessivo di 12 mesi fa. Aumenta la consapevolezza dei ragazzi e, in particolare, di quanti sfruttano le conoscenze acquisite sui meccanismi della Rete per aiutare i coetanei in difficoltà: nell’ultimo anno, il 95% degli studenti coinvolti nella ricerca dichiara di aver sostenuto ragazze e ragazzi della propria età con consigli e suggerimenti per migliorare la loro esperienza nella dimensione digitale. I più diffusi? Evitare di condividere online dati sensibili, fare attenzione alle persone conosciute in Rete, non diffondere foto e video privati sul web, non condividere informazioni sensibili su altre persone senza il loro consenso, verificare l’attendibilità di chi ci manda link prima di aprirli».

Interventi utili, visto che «pur crescendo la consapevolezza sulle potenzialità e sui rischi della Rete, fenomeni come il sexing o il cyberbullismo sono tutt’altro che sconfitti. Solo negli ultimi 2-3 mesi, il 24% degli intervistati racconta di aver scambiato proprie immagini intime, mentre il 7% dichiara d’essere stato vittima di atti di cyberbullismo, a cui si aggiunge un 2% di cyberbulli e un 21% di spettatori di tali atti». 

Tra gli effetti positivi che il lento ritorno alla normalità sta avendo sulla vita digitale delle nuove generazioni c’è anche una spiccata attenzione per i temi della sicurezza online, si legge ancora sul sito del Miur

«Nell’ultimo anno, più della metà dei ragazzi (55%) dice di aver ricevuto indicazioni e informazioni utili per difendersi dai pericoli della Rete. Un dato quasi doppio rispetto a dodici mesi fa, quando appena il 29% affermava di confrontarsi su tali argomenti. Fondamentale il ruolo della scuola: la maggiore diffusione della cultura digitale è dovuta in gran parte all’azione svolta dai docenti. Le studentesse e gli studenti che hanno ricevuto insegnamenti sulla sicurezza online dai loro insegnanti sono passati dal 12% di un anno fa al 31% attuale. Il 68% delle ragazze e dei ragazzi però non ha mai sentito parlare del nuovo regolamento per il trattamento dei dati personali, il Gdpr, entrato in vigore nel 2018 e si dichiara preoccupato in merito alla possibilità che i siti web visitati possano condividere le loro informazioni personali con altri. Simili percentuali vengono riportate anche rispetto al tracciamento di cosa fanno online (un po’ preoccupato 52%; molto preoccupato 39%) e a possibili usi non autorizzati dei dati forniti (un po’ preoccupato 65%; molto preoccupato 23%)».   

Vasta è la pubblicistica sul tema, oggi segnaliamo alcuni volumi utili.

Le fiabe per… affrontare il bullismo. Un aiuto per grandi e piccini di Maria Calabretta (Franco Angeli, 2009)

A molti ragazzi capita di essere presi di mira da un compagno di scuola o di gioco. A volte sono derisi perché troppo studiosi o troppo precisi, altre perché troppo per bene. A volte ci sono bambini che fanno i bulli solo a parole, con ingiurie e pettegolezzi. A volte ci sono quelli che danno pugni, schiaffi o bastonate: Ma chi sono veramente questi bulli? Come riconoscere i segnali di disagio dei ragazzi e come intervenire in modo efficace, evitando che chi fa e chi subisce prepotenza possa andare incontro a seri problemi in età adulta? […] »

Prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo

di Ersilia Menesini,  Anna Nocentini,  Benedetta E. Palladino (Il Mulino – 2017)

«Sempre più frequenti in ambito scolastico, non solo fra gli adolescenti, ma anche in fasce di età più precoci, bullismo e cyberbullismo possono causare disturbi a livello affettivo, di identità, di autostima e di relazione tanto gravi quanto pervasivi. La prevenzione e il contrasto risultano pertanto essenziali per la protezione delle vittime, da un lato, e per l’educazione alla socialità, dall’altro. Il libro offre strumenti teorici e applicativi avanzati per affrontare il fenomeno, facendo proprio il modello innovativo della piramide della prevenzione universale, selettiva e indicata».

Bullismo, cyberbullismo e nuove forme di devianza 

di Anna Livia Pennetta, Giuliana Ziliotto (Giappichelli-Linea Professionale – 2019)

«Il volume “Bullismo, cyberbullismo e nuove forme di devianza” approfondisce le tematiche già espresse sull’argomento ma in parte rese ancora più pericolose per la diffusione di mezzi telematici anche ai più piccini. L’opera, in considerazione del puntuale aggiornamento di Dottrina e Giurisprudenza sul tema, rappresenta un utile strumento di supporto per avvocati e magistrati. Al tempo stesso, raccoglie esperienze di buone prassi che possono aiutare genitori, insegnanti ed i ragazzi stessi. “Bullismo, cyberbullismo e nuove forme di devianza” rappresenta un manuale utile per gli insegnanti che già seguono la Piattaforma Elisa (E-Learning degli Insegnanti sulle Strategie Antibullismo – www.piattaformaelisa.it), nata dalla collaborazione del Miur con il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze, alla quale l’autrice ha partecipato per curare gli aspetti giuridici al fine di dotare scuole e insegnanti di strumenti utili per intervenire in modo efficace sui temi del bullismo e del cyberbullismo».