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Inondati dalla luce dell’aurora

Io ti esalto, o Signore, perché m’hai portato in alto 
Salmo 30, 1

L’Aurora dall’alto ci visiterà per risplendere su quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte, per guidare i nostri passi verso la via della pace 
Luca 1, 78-79

I gabbiani si posano sul punto più elevato, per avere una visione d’insieme, un senso di libertà che trascenda quanto succede sotto di loro. Il Salmista esulta perché – da persona oppressa da nemici, perseguitata da calunnie, schiacciata da malattia e depressione, e minacciata di morte, a quanto pare dimenticata da Dio e dagli uomini – ecco, egli è stato elevato “in alto”, e da questa nuova prospettiva, vede in un’altra luce quanto gli è successo. Certo, dalla sua nuova posizione, invoca ancora la misericordia e l’aiuto di Dio, ma ormai il suo dolore è stato mutato in danza.

La preghiera soggettiva del Salmista incarna il canto di tutto il popolo di Dio lungo i secoli della storia, facendosi corale e aprendosi per includere non solo le angosce, le minacce di morte, l’oppressione interiore del singolo fedele, ma per abbracciare soprattutto le promesse del Dio dei Padri (e delle Madri!), che guardano oltre, alla grande narrazione della salvezza. Chi è atteso dal popolo messo a tacere per le ingiustizie, minacciato di estinzione, impoverito dalla crisi non solo economica? 

Zaccaria, sciolto dal mutismo, canta la salvezza, che “dall’Alto” ci visiterà: noi, che non sentiamo di essere stati ancora portati in Alto, che barcolliamo ancora indecisi nel buio, noi che ci siamo adagiati – disperati – nelle pieghe dell’iniquità sociale e personale, che sperimentiamo le ombre premonitrici della morte – ecco, questa aurora arriva dall’Alto, non solo per esplorare le nostre zone d’oscurità, le nostre piaghe individuali e collettive – ma per liberarci dalla paura e dalla colpa, per trasformarci, guidando i passi incerti verso la pace. Per ora siamo i precursori della Venuta del Signore. Sia il Salmista che il padre di Giovanni Battista ci tengono in sospeso tra la gioia dell’attesa di liberazione e la speranza del suo compimento. Attraverso tutti i secoli, il popolo di Dio crede alla promessa, e proprio questa fiducia lo eleva in Alto, per essere inondato della luce dell’aurora che annuncia il Giorno che non tramonterà.