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La Federazione luterana mondiale e i diritti umani in Sierra Leone e Namibia

Con una dichiarazione lanciata in occasione della 48a Sessione ordinaria del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Onu), due chiese membro della Federazione luterana mondiale (Flm), hanno chiesto ai governi della Sierra Leone e della Namibia (attraverso la Revisione periodica universale – Universal periodic review – Upr, la procedura il cui scopo è quello di esaminare ed implementare la situazione dei diritti umani di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite), di adoperarsi per far migliorare i diritti umani nel loro Paese.  

Questa è la prima volta che le due chiese membro della Flm s’impegnano ufficialmente per la difesa dei diritti umani civili e politici, nonché economici, sociali e culturali nei loro paesi, attraverso il meccanismo Upr.  Un’iniziativa possibile grazie alla capacità delle chiese di essere presenti e a tutti i livelli nella società.

Gran parte delle raccomandazioni avanzate all’organismo dalle chiese sono state accolte nei rapporti del gruppo di lavoro Upr da entrambi i paesi e dal Consiglio per i diritti umani un passo in avanti affinché i governi possano mettere in atto le azioni richieste, in vista della prossima revisione prevista tra quattro anni. L’attuazione delle raccomandazioni, tuttavia, richiederà una collaborazione stretta e continua tra i governi e le parti interessate nazionali e locali.

Le chiese membro della Flm presenti in Namibia e della Sierra leone hanno inoltre invitato la comunità internazionale a fornire le risorse necessarie per garantire l’attuazione delle raccomandazioni.

Uhuru Dempers, il direttore del Social Development Desk presso la Chiesa evangelica luterana nella Repubblica della Namibia (Elcrn), ha affermato: «Il fatto che le chiese in Namibia abbiano deciso di partecipare al percorso sia insieme alla società civile è stata una scelta vincente. I nostri ringraziamenti vanno alla Federazione luterana mondiale per averci indicato la via giusta da percorrere e supportati nella partecipazione al processo».

Moses Foray, punto di riferimento per l’impegno dell’Upr presso la Chiesa evangelica luterana in Sierra Leone (Elcsr), ha ringraziato per il supporto fornito al team in Sierra Leone e ha affermato: «Abbiamo potuto fare grandi esperienze in questo percorso, ora siamo aperti e disponibili a migliorare per essere una differenza tangibile per le nostre comunità e sul campo».

«L’Upr è più efficace quando sono coinvolti tutti i soggetti interessati. Gli attori religiosi hanno il vantaggio comparativo di essere vicini alle persone e alle comunità, anche nelle aree rurali dove la presenza del governo è spesso scarsa. Le chiese sono anche in grado di sfruttare la loro integrità morale e credibilità con i governi a livello nazionale», ha commentato infine Emmanuel Gore, il responsabile per i diritti umani della Flm – Action for Justice.