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Tempo del Creato in chiusura. Confessione di fede: serve patto globale per la Terra

Chiude oggi 4 ottobre il periodo liturgico ecumenico celebrato in tutto il mondo come “Tempo del Creato”. Questa data è anche l’inizio della “Settimana della pace”, che culminerà il 10 ottobre con la Marcia Perugia-Assisi, che quest’anno festeggia i suoi 60 anni.

Per l’occasione, la Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha scritto una “Confessione di fede”. Il documento si inserisce inoltre nel contesto degli eventi di preparazione alla Conferenza delle Nazioni per il clima (COP26) prevista a novembre a Glasgow.

Questa confessione di fede si apre con una lunga riflessione sistematica, nella quale la Glam spiega il processo che ha portato a stilare il documento. Nell’introduzione si parla di pandemia, di politica, di economia, di transizione energetica e di eco-teologia. Fra le altre cose, si denuncia lo smantellamento dello Stato sociale e della sanità, a fronte di un aumento degli stanziamenti pubblici nel settore militare, che “silenziosamente” hanno visto rimpolpare le loro casse. «La spesa militare italiana sfiora i 25 miliardi nel 2021, +8,1% rispetto al 2020. +15,7% rispetto al 2019» scrive la Glam.

I fallimenti politici nei campi della giustizia e dell’ecologia, osserva ancora la Commissione, portano conseguenze a tutti i livelli: coesione sociale, ambiente, diritti umani sono sotto minaccia.

La Confessione di fede proposta dalla Glam si ispira, inoltre, a precedenti documenti prodotti da chiese e organismi mondiali.

«Un’economia al servizio della vita è l’indicazione programmatica del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), insieme alle organizzazioni mondiali di riformati e luterani, dagli anni ’90” si legge ancora nel documento. La Glam sposa quindi la proposta dei movimenti del 2013 (Brasile) per «una nuova architettura finanziaria mondiale». Su queste basi, scrive la Glam, «sta crescendo una nuova generazione globale di cristiani che raccoglie e attualizza il testimone dei fondatori del Consiglio ecumenico».

Fra i punti salienti della confessione di fede c’è l’esigenza di una giustizia economica globale, ritenuta essenziale anche per la fede. Inoltre, si parla di rifiuto dell’androcentrismo e dell’antropocentrismo, considerati come “androlatria”.

Anche il meccanicismo tecnico scientifico che permea la modernità è messo in discussione: «Esso degrada la Terra da soggetto ad oggetto». La Glam invoca quindi al rispetto di tutta la creazione e di tutte le creature. «Per questo – scrivono – rifiutiamo ogni forma di sopraffazione e mercificazione del vivente come la deforestazione, la desertificazione dei suoli, gli allevamenti industriali, l’alterazione degli eco sistemi, la estinzione di specie». Il testo dichiara inoltre di rifiutare «ogni suprematismo e alterazione di equilibri» e di riconoscere appieno «la sapiente interdipendenza della vita».

La Glam parla anche di un legame diretto fra la Terra e Dio, in forma di alleanza. In diversi punti della Confessione, la Commissione riporta dei versetti biblici di riferimento. Ad esempio, nel riconoscere «in ogni creatura la trascendenza, il diritto alla dignità e a relazioni giuste», rimanda a Michea 6,8. E ancora: «Crediamo che con la creazione di un mondo conforme a sé, Dio TriUno abbia sperimentato la dimensione tragica dell’amore creatore e che la sofferenza del gemito della creazione (Rom 8, 22-23) risuoni in lui».

La Glam afferma anche di rifiutare «il dominio estrattivo tra umani e verso la Terra», mettendo in discussione i valori fondanti del capitalismo neoliberista basato su competitività, avidità ed egoismo. Questo allontana le persone dalle dimensioni della gratuità, del dono e della contemplazione.

Conclude la Glam: «Crediamo che la riconciliazione simbolica e materiale con il resto del creato sia, anche per gli umani, un percorso di liberazione». E citando la Confessione di Accra: «Ci impegniamo a realizzare un patto globale in vista della giustizia nell’economia e nell’ecologia per la casa di Dio».


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