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Dalle Chiese metodiste un appello all’equità vaccinale

La Commissione Europea per la Missione (Ecom), composta da leader e rappresentanti delle commissioni missionarie, delle agenzie di sviluppo e sostegno metodiste, o da rappresentanti delle loro equivalenti in Europa come il General Board of Global Ministries (Gbgm) della Chiesa Metodista Unita ha prodotto un testo che è un appello a raggiungere un’equità vaccinale per tutte e tutti.

«Siamo unanimemente solidali di fronte alla richiesta di garantire l’equità vaccinale nella risposta globale alla Covid-19 – si legge nella lettera-. Come rappresentanti e leader di commissioni missionarie e di agenzie di sviluppo delle Chiese metodiste in Europa, il nostro unico obiettivo è quello di servire, di apprendere e di sostenere i nostri partner – chiese, organizzazioni e individui – che vivono e lavorano nelle comunità più colpite dalla povertà nei paesi a basso reddito di tutto il mondo. Crediamo fermamente che sia di fondamentale importanza che i governi, le aziende farmaceutiche, le autorità sanitarie globali e locali intraprendano azioni tangibili per distribuire più equamente e dare accesso alle vaccinazioni COVID-19 e agli strumenti necessari per distribuirle».

Il testo dell’Ecom, che è un’organizzazione collegata al Consiglio Metodista Europeo (Emc) cui relaziona annualmente, prosegue sottolineando quanto sia  «Vitale che i paesi più ricchi del mondo mettano fine ad ogni accaparramento e nazionalismo dei vaccini che sta limitando le forniture alla maggior parte dei paesi del mondo. Sebbene i primi impegni presi siano un buon inizio, c’è molto di più che possiamo fare per condividere le risorse essenziali per una risposta efficace con il resto del mondo, durante questa pandemia e negli anni a venire man mano che impariamo a convivere con questo virus. Questa distribuzione equa deve essere immediata per garantire la salvezza di vite umane in ogni paese del mondo e per eliminare i ritardi e gli ostacoli che non permettono la distribuzione nei paesi a basso reddito».

Un impegno serio dunque viene richiesto«A favore dell’equità e della condivisione delle risorse si rivela necessario e rilevante non solo per questo momento, ma per tutte le crisi sanitarie ed economiche. Troppo spesso vediamo che i più poveri occupano “le ultime posizioni” nelle nostre priorità sanitarie globali. La fine di questa ingiustizia è da lungo tempo aspettata e questa pandemia ci dà l’opportunità di delineare un nuovo e giusto percorso, mentre attraversiamo le crisi dei giorni e degli anni a venire».

Non può mancare il riferimento a tutte le chiese e i gruppi di fede, i sostenitori e gli amici delle organizzazioni, chimate a «Continuare ad aiutare a diffondere messaggi basati sui fatti e sulle prove, affinché facciamo la nostra parte per arginare l’impatto prolifico e dannoso del rifiuto ed esitazione al vaccino causati dalla disinformazione. È compito nostro fare la nostra parte non solo nel ricevere il dono di questo vaccino, ma anche aiutare a costruire la fiducia in esso e garantire l’accesso al vaccino per il nostro prossimo in ogni parte del mondo».