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Domani al via il Consiglio della Federazione battista europea

Dal 22 al 25 settembre si terrà ad Amsterdam il Consiglio della Federazione battista europea (Ebf), che raccoglie circa 800.000 membri di 59 Unioni battiste presenti in 52 paesi dell’Europa, Asia Centrale e Medio Oriente. L’evento si svolgerà in forma mista: alcuni parteciperanno da remoto, altri in presenza. Tra questi ultimi vi saranno: il presidente dell’Ucebi Giovanni Arcidiacono, e la pastora Cristina Arcidiacono, in quanto membro del Board dell’Ibtsc (International Baptist Theological Study Centre) di Amsterdam.

Durante il Council, il cui tema è: «Discernere il futuro di Dio insieme», verrà dato il saluto a Tony Peck, segretario generale dell’Ebf dal 2004, che andrà in pensione a fine ottobre, e verrà ufficializzata la nomina del nuovo segretario generale, il pastore Alan Donaldson, ex segretario generale dell’Unione battista scozzese. La candidatura di Donaldson è stata raccomandata all’unanimità da un Gruppo di ricerca appositamente nominato, di cui ha fatto parte anche la pastora Arcidiacono. A lei abbiamo rivolto alcune domande.

Il Searching Group, formato da membri che rappresentavano tutte le regioni dell’Ebf, ha lavorato insieme per quasi due anni. Può dirci qual è stato il compito di questo gruppo?

«In occasione dell’ultimo Consiglio dell’Ebf tenutosi in presenza a Glasgow nel settembre 2019, fu nominato il Gruppo di ricerca che oltre a riflettere sul profilo del nuovo segretario generale dell’Ebf, avrebbe poi vagliato i vari candidati e candidate che le varie Unioni che compongono l’Ebf avrebbero presentato. Vorrei ricordare che l’Efb, organismo legato all’Alleanza battista mondiale (Bwa), è una regione che va dal Portogallo all’estremo est della Russia: si tratta di un’area ampia e molto diversificata culturalmente e teologicamente. Come primo passo il Gruppo ha stilato la cosiddetta Jobs description, cioè un documento in cui abbiamo descritto le caratteristiche del ruolo di segretario o segretaria generale dell’Ebf. All’inizio la Jobs description manteneva la distinzione di genere, e ci siamo anche interrogati se i tempi fossero maturi perché una donna ricoprisse l’incarico».

Quali sono i compiti di un segretario generale?

«Il compito è primariamente pastorale: si cercava una persona che avesse un buon livello di conoscenza teologica, che avesse avuto esperienza accademica all’interno di istituti di formazione, seminari, e che avesse fatto un’esperienza pastorale pluriennale. Ma soprattutto il Gruppo cercava  una persona che sapesse attraversare i confini sia reali che metaforici e che avesse competenze nella gestione dei gruppi, dei conflitti, che avesse amore per le differenze, per l’inclusione, per il dialogo, e che non avesse paura di affrontare argomenti divisivi… praticamente una missione impossibile! Ciò che per me è stato di grande apprendimento in questi due anni, è stata la capacità del Gruppo di non nascondere le difficoltà che si trova ad affrontare un segretario generale che oggi, ad esempio, ha relazioni con le chiese dell’est Europa che vivono difficoltà politiche, violazioni della libertà religiosa, che dibattono questioni etiche importanti, come ad esempio: il riconoscimento del ministero delle donne, l’accoglienza delle persone rifugiate, la relazione con il creato, la sessualità umana. Tutti questi argomenti sono stati oggetto delle interviste con i vari candidati, che sono state occasioni importanti non solo per conoscere le convinzioni dei candidati, ma anche per condividere con loro i temi caldi che sono in discussione nell’Ebf».

Quante candidature sono arrivate?

«Non tantissime, meno di dieci; alla fine abbiamo avuto tre finalisti, che una parte del Gruppo ha potuto incontrare in presenza a Francoforte a fine agosto, un’altra parte in remoto. Un membro del Gruppo era un esperto di formazione delle aziende e ci ha aiutato a somministrare ai candidati dei test che si usano per un’autovalutazione delle proprie competenze e limiti, come ad esempio la capacità di lavorare in team, la gestione del conflitto, l’autocomprensione di se stessi. Si cercava una persona che avesse un’attitudine pastorale, missionaria, una buona preparazione teologica, un interesse alla difesa dei diritti umani, una conoscenza della storia dell’identità sia battista sia delle altre chiese, e una capacità di declinare l’identità battista nel contesto storico attuale. Inoltre, si cercava una persona che fosse consapevole dell’importanza dell’unità, del riconoscimento delle differenti storie e dei contesti di ciascuna Unione e che sapesse mediare il conflitto. Accanto a tutto questo cercavamo anche un capoufficio, perché il ruolo del segretario generale è anche occuparsi del rendiconto finanziario e dell’amministrazione dell’Ebf».

Il pastore Alan Donaldson incarna tutte queste competenze?

«In realtà i tre finalisti erano tutte persone veramente vocate e con tante capacità. Persone che hanno vissuto non solo nel loro paese di origine, ma anche in altri paesi come missionari, che avevano fatto esperienze anche al di fuori dell’ambiente ecclesiastico. Alla fine, Alan Donaldson è risultato colui che aveva un’attenzione particolare per l’ascolto, per il lavoro in gruppo, per l’incoraggiamento delle giovani generazioni, e per la difesa dei diritti umani».

Il Consiglio dell’Ebf comincerà i suoi lavori domani mattina e alternerà momenti di culto e liturgie preparati dalle chiese locali olandesi, a momenti più organizzativi. Gran parte dei lavori saranno dedicati alle elezioni degli esecutivi che dal 2019 hanno lavorato in regime di prorogatio a causa della pandemia che ha impedito lo svolgersi regolare degli incontri in presenza.

Tra i temi che saranno discussi: l’accoglienza dei migranti, la libertà religiosa, giovani e bambini, giustizia climatica, missione.

Ai lavori del Consiglio parteciperà anche il presidente della Conferenza delle chiese europee (Kek), pastore Christian Krieger, a segnalare l’inserimento della Federazione battista europea nel più ampio panorama dell’ecumene cristiana.