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L’amore, la via per eccellenza

Dopo un anno di stop, dovuto alla pandemia, domenica 22 agosto si è aperto a Torre Pellice (To), con il consueto culto inaugurale il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, che si svolgerà in una formula mista (in presenza e in collegamento telematico) e con durata ridotta dal 22 al 25 agosto.

La voglia d’incontrarsi è palpabile. Si nota nelle strade, nelle adiacenze della Casa valdese e dell’Aula sinodale. Fratelli e sorelle, pastori e pastore, diaconi e diacone, ma anche dipendenti degli uffici e quanti sono impegnati tecnicamente per questa operazione inedita. Una voglia d’incontro che è innanzitutto desiderio profondo di incontrare, una volta di più, il Signore che ci chiama a seguirlo. E a poter dire agli altri e alle altre, apertamente, la gioia di accettare la sua chiamata. Una gioia che forse avevamo un po’ disimparato a mostrare, e che le necessità indotte dalla pandemia ci stanno invece facendo riscoprire. È vero, le persone riunite in Aula sono poche: la Tavola valdese, la Commissione d’esame, le commissioni amministrative; ma tutti e tutte coloro che sono presenti hanno ricevuto questo mandato dalle loro chiese, rappresentano assemblee di credenti, e sono consapevoli di esprimere nei prossimi giorni non solo lo svolgimento dei lavori, l’espletamento di procedure indispensabili per il governo della chiesa, ma anche proprio la gioia dell’incontro in Cristo. Così è significativo anche l’incontro preliminare nell’Aula sinodale, dove la voce di una storia ricca di benedizioni si esprime anche con la presenza di un fratello e di una sorella di Guardia Piemontese che, dopo 460 anni dall’eccidio dei valdesi di Calabria, hanno scelto di venire a far parte della chiesa.

Raccolti in un corteo ridotto nei numeri, i sinodali si sono incamminati verso il tempio di via Beckwith per ascoltare la Parola di Dio. Il culto è stato presieduto dal pastore Winfrid Pfannkuche che ha scelto di porre al centro della predicazione il famoso inno all’amore dell’apostolo Paolo contenuto nella I lettera ai Corinzi cap. 13.

Tre sono le strofe di questo canto. La prima (vv. 1-3) è un tipico testo contenente una scala di valori. Vengono elencati grandi valori, dalla spiritualità al martirio. Ma una sola è la priorità: l’agàpe, l’amore di Dio e l’amore per il prossimo, la via per eccellenza. La seconda strofa (vv. 4-8a) è il centro, il cuore dell’inno, in cui il soggetto è l’amore. Amore che si fa carne e ha il volto di Gesù Cristo. È il Cristo crocifisso e risorto «che ci libera da noi stessi, dalla dittatura del nostro io gonfiato iperbolico, ingombrante e impietoso, prendendo in mano le nostre coscienze, le nostre esistenze, le nostre chiese». Nella terza strofa (8b-13), con cui si conclude l’inno, ci viene ricordato che in questo mondo tutto ha il suo limite, tutto è precario, passeggero, mortale. «Tutto viene meno. Anche le nostre chiese, in questi anni, sono venute meno – ha affermato il past. Pfannkuche –. Rileggere, anzi ritrovarsi nell’inno all’amore e ripartire da qui oggi, comporta una cosa: smettere di ragionare come bambini che vogliono tutto e non rinunciano a niente. (…) La nostra sfida rimane: ricostruire sul fondamento della parola del Cristo. Riapprezzarla, rinnamorarsene, fino in fondo». Il compito posto dinanzi ai credenti è di avere il coraggio di passare per la croce dell’inno all’amore, sgonfiare il proprio io, rinunciare a se stessi. Camminare sulla via dell’amore non è semplice, ma a precederci è il Cristo. «Lontani da ogni mielosa retorica dell’amore, – ha concluso Pfannkuche – afferrati dall’amore di Dio, dal quale nulla e nessuno ci potrà mai separare, sappiamo ora in chi abbiamo creduto. In Cristo Gesù».

Alla predicazione è seguito il momento solenne della consacrazione al ministero pastorale di Gabriele Bertin, e al ministero diaconale di Monica Natali. L’assemblea riunita ha imposto le mani sul pastore e sulla diacona, invocando le benedizioni di Dio affinché lo Spirito Santo sostenga Gabriele e Monica nei ministeri specifici a loro affidati.

I lavori del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi proseguiranno, sempre nella forma mista, fino alle elezioni di mercoledì 25 agosto. All’ordine del giorno: discussioni e decisioni che riguardano gli impegni delle chiese su evangelizzazione, diaconia, tutela delle minoranze, salute e clima. Sono previsti anche incontri teologici e dibattiti. Fra questi, si segnala la consueta serata pubblica del lunedì sera che affronterà il tema «Next generation EU? Giovani ed Europa fra sogno di ripresa e rischio di marginalità».

L’appuntamento è alle 21 nel tempio di Torre Pellice, con diretta streaming su Radio Beckwith evangelica. Conducono: Marta Bernardini (Mediterranean Hope) e Valeria Lucenti (vicedirettora Agape Centro Ecumenico). Intervengono: Annalisa Camilli (redazione della rivista Internazionale), Stefano Allievi (sociologo, Università di Padova), Brando Benifei (europarlamentare), pastora Daniela Di Carlo; conclusioni da parte della moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta.

 

Foto di Matteo Ficara