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Non si può servire Dio e Mammona

Se davvero tornate al Signore con tutto il vostro cuore, togliete di mezzo a voi gli dèi stranieri
I Samuele 7, 3

Nessun domestico può servire a due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona
Luca 16, 13

Il versetto 13 del capitolo 16 del Vangelo di Luca chiude la raccolta dei detti che seguono la parabola del servo infedele. Strumenti utili per una corretta interpretazione di questa parabola difficile da capire. Un fattore infedele, disonesto, avveduto, scaltro che fa il furbo, utilizzando tutta la sua intelligenza. Con questa furbizia si costruisce un futuro, più povero del presente, ma umanamente più ricco. Concedendo ai debitori del suo padrone gran parte dei loro debiti, essi diventeranno suoi amici. E, qui, la novità di questa parabola: Gesù loda il fattore disonesto perché ha agito con avvedutezza. Gesù riesce a stupirci. Ci dice: fatevi furbi per il bene del vostro futuro! Proprio adesso  quando siamo sul terreno scivoloso delle ricchezze ingiuste, nel regno del dio denaro, di Mammona. Siamo su un campo minato. Eppure Gesù è convinto che noi, peccatori perdonati, possiamo imparare da questo fattore disonesto. Da questa persona disonesta, furba, umana, molto umana, possiamo imparare a vivere per il regno di Dio. Possiamo imparare dal suo impegno, dal suo servirsi della propria intelligenza, dalla sua astuzia, dal suo istinto di sopravvivenza, investendo finalmente nelle relazioni umane.

In tempi di pace e in quelli di guerra, nei tempi della cosiddetta “normalità” e della pandemia, noi brava gente siamo compromessi con il denaro. Gesù dice che con il denaro nessuno sarà mai a posto: né coloro che vivono in modo disonesto, adorando Mammona, né coloro che si illudono di essere onesti, fedeli nella amministrazione esemplare del denaro. Il denaro rimane sempre un idolo: per gli uni un idolo positivo, per gli altri uno negativo. Tuttavia, un idolo e un padrone. Ma noi dobbiamo essere astuti, furbi, come i serpenti. Dobbiamo agire con astuzia nell’amministrazione a noi affidata. Essere fedeli a Dio. Vivere la sequela di Gesù Cristo con fedeltà e umiltà di cuore. Essere onesti e riconoscere le nostre debolezze. Noi poveri e inutili servitori, peccatori perdonati, dell’unico padrone che vorremo mai servire: Il Dio Uno e Trino.