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I diritti delle donne e le donne dei diritti

A un mese dalla conclusione della 65a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo status politico e sociale e dei diritti delle donne (Csw) è iniziato il lavoro d’esame per i delegati luterani (ognuno nei propri paesi d’origine) che hanno ricevuto il compito di monitorare, attuare e sostenere i propri governi nella direzione indicata dalla Commissione.

«Il lavoro del Csw non è finito e non finirà mai», afferma Christine Mangale, direttrice del programma per l’Ufficio luterano per la comunità mondiale di New York.

«L’attenzione è ora rivolta al monitoraggio; affinché le indicazioni emerse in occasione dell’incontro internazionale siano applicate in ogni singola Nazione. Il nostro obiettivo è far sì che ogni governo s’impegni nella direzione indicata e prevista nel documento finale e noi continueremo a bussare alle porte di ogni singola Nazione per spronarle all’zione. I governi sanno che seguiamo con attenzione le loro future decisioni».

Al termine del meeting (tenutosi dal 15 al 26 marzo), i governi hanno sottoscritto le Conclusioni concordate e redatto il documento finale, incentrato sul tema della partecipazione piena ed effettiva delle donne nei processi decisionali nella vita pubblica.

Il documento finale contiene alcune raccomandazioni e delle misure concrete per raggiungere gli obiettivi individuati: dalla «modifica» di leggi e di politiche ritenute discriminatorie alla protezione di coloro che difendono i diritti umani. Inoltre, nel testo, si chiede che possa essere previsto un più facile accesso delle giovani donne all’istruzione, alla tecnologia e allo sviluppo, anche attraverso tutoraggi e sostegni finanziari.

«I negoziati, tuttavia, non sono stati facili», si legge sul sito della Flm, alcuni paesi hanno tentato di tornare indietro in materia di linguaggio e di diritti delle donne; questioni tra l’altro, già concordate in diverse occasioni internazionali.

«Quest’anno abbiamo invano sperato che la pandemia fosse stata “utile”, almeno, per smascherare le disuguaglianze e le forme intersecanti di discriminazione, ma non è stato così», ha affermato Mangale, coordinatrice per le delegazioni della Federazione Luterana Mondiale (Flm) alle sessioni annuali della Csw. «Alcune delegazioni hanno tentato di bloccare la menzione dedicata ai difensori dei diritti (umani) delle donne, vedendo tale richiesta, come un’ingerenza nei propri affari interni, oppure sostenendo che il tema delle violazioni dei diritti umani e di genere non fosse un problema riscontrabile nei loro paesi», osserva Mangale.

«Alcuni si sono persino opposti alle mozioni dedicate alle donne con disabilità o a quelle rivolte alla tutela delle donne indigene; ci sono poi state discussioni discordanti anche in tema della violenza da parte di partner, avvenute con maggior frequenza quest’anno, nei contesti famigliari a causa della pandemia, sebbene ci siano prove evidenti e dati a dimostrare tali inconfutabili fatti».

La difficoltà d’incontro diretto (di persona) con i delegati dei vari governi è stata una delle difficoltà riscontrate dai partecipanti della Flm quest’anno.

«Di solito ci vediamo fisicamente, ci incontriamo, ci sediamo vicini l’uno all’altra, raccontiamo le nostre esperienze, ci guardiamo negli occhi cerchiamo di far proprie questioni dirimenti anche in altri paesi», riflette infine Mangale.  La Federazione luterana mondiale cerca di «dar forma a politiche globali che allo stesso tempo possano avere una ricaduta pratica a livello nazionale e locale». La sessione prevista nel 2022 del Csw si concentrerà sul tema del raggiungimento dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment di donne e ragazze, nel contesto del cambiamento climatico.