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L’universo di Gianni Rodari

«È difficile fare le cose difficili, parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi». Gianni Rodari

Il 14 aprile 1980 moriva a Roma all’età di sessant’anni Gianni Rodari.

Scrittore per l’infanzia, poeta e pedagogista e partigiano. Come antifascista la sua gestazione fu graduale, nel 1943 però non ebbe esitazioni a fiancheggiare la Resistenza, per poi entrarci ufficialmente aderendo alla 121a brigata Garibaldi di Gavirate.

Rodari è stato uno scrittore amatissimo (magari non da tutti, certamente dalla maggioranza sì) da generazioni di bambini diventati adulti e lo è ancora dai giovanissimi di oggi. Dunque, uno scrittore senza tempo.

A dimostrarlo, il successo di vendite dei libri di Rodari segnalate in occasione della recente ricorrenza per il Centenario della sua nascita (il 23 ottobre 1920); un esempio, l’edizione speciale di Le più belle storie illustrate ripubblicato da Einaudi ragazzi nella versione celebrativa, finita di stampare il 20 ottobre del 2020.

Gianni Rodari inizia la sua carriera come giornalista, collaborando per diverse testate di sinistra, tra queste, L’ordine nuovo, L’Unità e Paese sera.

Negli anni Sessanta pubblica Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Gip nel televisore. Favola in orbita di Gianni Rodari.

L’Enciclopedia della Favola è uno scrigno, un tomo di notevole peso, anche fisico, un cofanetto ricco e illustrato che contiene ben 365 favole, una per ogni giorno dell’anno e provenienti dai più diversi angoli del pianeta.

Pubblicata per la prima volta più di trenta anni fa è ancora oggi un classico della letteratura per l’infanzia che ha accompagnato generazioni di ragazzi alla scoperta delle tradizioni, dei racconti e delle leggende dei popoli della terra. Il libro è disponibile presso la casa editrice Editori Riuniti – editore che vanta la pubblicazione di numerosi libri dell’autore, ad esempio Le avventure di Cipollino, (illustrate da Raul Verdini, Roma, Editori Riuniti, 1957, pp. 178. Avventure che furono celebrare addirittura con un francobollo in Russia nel 1992) in una versione rieditata quest’anno (2021).

Nel 1970 a Rodari viene assegnato il Premio Hans Christian Andersen, una sorta di «Premio Nobel» per chi scrive e si occupa d’infanzia.

Del 1973 è il suo capolavoro pedagogico scritto per insegnanti e genitori La Grammatica della Fantasia; introduzione all’arte di inventare storie.

«Un classico – ricordava il Circolo dei lettori di Torino, diretto da Elena Loewenthal (anch’essa vincitrice del Premio Andersen nel 1997) in occasione di un incontro per il Centenario –. Un agevole strumento di riflessione, assemblato nel 1973, su temi e modi che strutturano la letteratura dei più piccoli. Rodari non cura un manuale di scrittura, non insegna a pensare storie coloratissime: individua invece gli elementi propri di una «grammatica», scomponendo i meccanismi dell’immaginazione. Al di fuori dell’uso didattico, rimane una lettura interessante per riappropriarsi, con appassionato criterio, delle figure del processo creativo, «insito nella natura umana, alla portata di tutti».

Tra le filastrocche più diffuse oggi sui social network per ricordale scomparsa dello scrittore c’è questa:

Filastrocca corta e matta:

il porto vuol sposare la porta;

la viola studia il violino;

il mulo dice: «mio figlio è il mulino»;

la mela dice: «mio nonno è il melone»;

il matto vuol essere un mattone.

E il più matto della Terra, sapete che vuole?

Fare la guerra!

Italo Calvino diceva, «Gianni Rodari sapeva sbizzarrire la sua fantasia con lo slancio più estroso e la più felice leggerezza. Nello stesso tempo aveva il gusto del dettaglio preciso e minuzioso, del lessico esatto e ricco, per cui attorno alle sue invenzioni c’è sempre un mondo molto concreto che prende corpo e agisce».

Qui l’articolo scritto per Riforma un anno fa dal pastore Alessandro Spanu, in occasione del centenario della nascita di Rodari.