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Chiese del Rio de la Plata, tempo di speranza

Dopo l’estate (siamo nell’emisfero boreale, nelle chiese valdesi del Rio de la Plata in Uruguay e Argentina, Ndr.) che significa sempre riposo, ferie e un diverso ritmo quotidiano, il mese di marzo inizia con i preparativi per il ritorno alle lezioni, i lavori, le routine dell’anno. Più abituati ai nuovi contesti segnati dal proseguire della pandemia, Uruguay e Argentina attraversano situazioni differenti data la loro diversa densità demografica. L’Argentina ha avuto in questi mesi una politica di controllo della quarantena più rigorosa rispetto all’Uruguay, che ha scelto di fare appello alla libertà responsabile di ogni cittadino. L’Argentina ha iniziato la vaccinazione prima. L’Uruguay lo ha fatto solo nelle ultime settimane, ma i progressi sono più rapidi perché la densità di popolazione è inferiore. Oltre al fatto che il vaccino non è obbligatorio, è ora prematuro fare un’analisi dei risultati in tal senso.

Sembra che, in Uruguay, l’inizio del processo di vaccinazione abbia generato una sorta di falsa sicurezza e di conseguenza stiamo vivendo un picco molto alto di infezioni. L’Argentina ha avuto il suo picco di contagi a metà gennaio, e attualmente i casi giornalieri si riducono mano a mano.

Il ritorno alle lezioni è previsto di persona a tutti i livelli, tranne per le università, che useranno le piattaforme internet. Gli impatti economici della pandemia hanno diversi livelli e i settori più informali sono sempre i primi a subire le conseguenze peggiori.

Dalle prime quarantene, le comunità hanno avviato processi di maggiore appropriazione degli strumenti digitali per mantenere le attività e ricevere comunicazioni. Gruppi locali di messaggistica per inoltrare riflessioni, video con messaggi, materiale scolastico biblico per ragazze e ragazzi, incontri di catechismo tramite zoom, studi biblici e culti. È molto significativo vedere quanti adulti più anziani hanno imparato a usare piattaforme digitali per connettersi al culto. Molti di loro e hanno cambiato i loro telefoni cellulari per poter utilizzare questi strumenti. «Ho comprato un nuovo cellulare per collegarmi al culto tramite zoom …!»

Niente però è paragonabile con l’incontro faccia a faccia, e con i protocolli richiesti le chiese hanno ricominciato ad aprire le loro porte, con gli alti e bassi che i contagi comportano. Ad esempio, a Natale in Uruguay il governo ha proibito gli incontri pochi giorni prima della data, quindi è stato necessario annullare tutto ciò che era previsto per le celebrazioni.

Tuttavia, possiamo dire che grazie a Dio non si è generato alcun contagio durante i nostri culti e incontri faccia a faccia, che si sono svolte sempre con l’uso di maschere, disinfezione e ventilazione.

Questo nuovo tempo richiede molta pazienza e flessibilità per adattare ogni momento le opportunità di sostenere le comunità vive e con speranza, in molti modi. La pianificazione rimane il più delle volte un ricordo di buone intenzioni poiché la realtà supera tutti i piani prestabiliti. Ma in situazioni avverse come queste c’è una forza ispiratrice che viene da Dio  che ci unisce e ci aiuta a lavorare sulla pazienza, la tolleranza, la comprensione e, soprattutto, sull’accompagnamento nella speranza della comunità.

Sappiamo che la paura non deve lasciarci isolati e che è possibile accompagnarci in modi nuovi. La post-pandemia portera con sè sicuramente nuovi strumenti e nuovi modelli di chiesa. Quando la realtà cambia, può essere anche un momento di grandi opportunità per trovare percorsi istituzionali più in linea con i contesti attuali. I cambiamenti a volte richiedono troppo tempo, ma le crisi inevitabilmente li accelerano.

Possiamo rafforzarci da questa esperienza che a livello globale ci porta anche molto da imparare sulla cura della vita e della casa comune che abitiamo. In ciò, come comunità cristiane, siamo chiamati ad essere amministratrici e amministratori, seguendo con gioia la via del discepolato ed essendo una voce profetica in un mondo travagliato, ricordando sempre che la certezza è nell’alba della Risurrezione.