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Gesù Cristo ha vinto la morte

Molti di quelli che dormono nella polvere della terra, si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia
Daniele 12, 2

Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore
Romani 6, 23

Visto come sta andando il campionato di calcio, l’unica speranza per la squadra per cui tifo di vincere qualche partita è che… gli avversari non si presentino.

Mi domando se talvolta anche noi intendiamo la nostra fede nella resurrezione in questo modo; non mettiamo in dubbio quanto avvenuto a Gesù Cristo a Pasqua, ma vediamo le conseguenze per la nostra vita come le speranze del tifoso di una squadra scarsa: forse l’avversario non si presenterà, forse vinceremo la partita… perché non verrà giocata. E poi rischiamo di essere scioccati e delusi quando vediamo la realtà della morte all’opera accanto a noi.

Le parole dell’Apostolo Paolo ci narrano una storia completamente diversa: la morte è una realtà presente e concreta nell’esistenza di ogni essere umano, credente o no. La morte ha a che fare con il peccato, ne è la conseguenza: con questo termine non parliamo di cattive azioni, ma di una situazione drammatica da cui l’essere umano non può sfuggire, rapporti distorti fra le creature e con il creatore che le prime non sono in grado di sanare.

La morte è presente, reale e non vi si può sfuggire: è un’opzione che non appartiene al nostro essere umani. Ma in Gesù Cristo, prosegue l’Apostolo, la morte è vinta: non evitata, ma vinta. Perdonatemi ancora un’ultima metafora calcistica: con la morte non ci attende una vittoria a tavolino per abbandono del campo da parte dell’avversario, ma una vittoria vera e propria, una vittoria che comporta una lotta, nella quale sappiamo di non essere soli perché è già stata combattuta e soprattutto vinta da Dio in Cristo.

Certo, sembra una lotta impari, tant’è vero che fra venerdì Santo e Pasqua sembrava non ci fosse partita: la morte aveva trionfato su Gesù come su ogni essere umano. Ma se guardiamo il risultato finale, raggiunto in un luminoso mattino di Pasqua, allora ci accorgiamo che la speranza non può essere fermata, che le tenebre non possono soffocare la luce, una luce che in Gesù Cristo illumina già anche noi.