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Peppino Impastato e «i suoi 73 anni»

«Se si insegnasse la bellezza alla gente le si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà».

Le parole di Peppino Impastato che oggi compirebbe 73 anni risuonano ancora come un messaggio inequivocabile. Alle 17 Peppino sarà ricordato e «festeggiato» con una diretta dalla Casa Memoria Felicia e Peppino trasmessa sulla pagina facebook «Casa Memoria, che in questo periodo difficile per tutti per via della pandemia è chiusa fisicamente. Le sue attività, ossia  di chi si impegna in nome di Peppino, tuttavia non si sono mai interrotte. Anche il momento di incontro di oggi sarà un’occasione per ritrovarsi, per  condividere, per far crescere lo spirito comunitario e mettere al centro le idee di Peppino, fondate sulla lotta alla mafia, l’antifascismo, la giustizia sociale, la libertà», ha ricordato il giornalista e presidente di Articolo 21, Paolo Borrometi.

Nel nostro Paese sono stati uccisi dal 1945 ad oggi molti, troppi, giornalisti, tra i quali Beppe Alfano, Carlo Casalegno, Mauro De Mauro, Cosimo Cristina e ancora Giuseppe Fava, Mario Francese, Peppino Impastato, Mauro Rostagno, Mauro Siani, Giovanni Spampinato, Walter Tobagi.

Un compleanno da festeggiare e una tra le morti da ricordare, sempre.

Lo stesso giorno in cui il corpo esanime di Impastato venne ritrovato (ucciso  dalla mafia) a Roma la polizia recupera il corpo di Aldo Moro (ucciso dalle Brigate rosse) e la morte di Moro relega in secondo piano quella di Impastato.

«Due figure imparagonabili tra loro – affermava il professor Nicola Tranfaglia, intervistato da Riforma.it nel 2016, in occasione della data di anniversario del ritrovamento dei corpi di Moro e Impastato –. Ci fu da parte di tutti e due – prosegue Tranfaglia – il tentativo e il desiderio di raccontare agli italiani quale fosse la verità di quegli anni. Il loro esempio, l’informazione per Impastato con la sua Radio Aut e il suo amore per la legalità e i discorsi importanti di Moro, che ci ha consegnato come intellettuale e politico, sono eredità alle quali dobbiamo guardare con attenzione ancora oggi». E proseguiva, «grazie al loro martirio e alla loro coerenza nel difendere i valori democratici dovremmo ogni giorno fare memoria di ciò che ci hanno consegnato e lasciato. Ogni volta che mi viene chiesto di intervenire nelle scuole e nelle università colgo sempre l’occasione per ricordare chi, a costo della propria vita, ha lottato per lasciarci un Paese migliore. E’ un nostro dovere farlo».

Tra le molte poesie di Peppino Impastato custodite sul sito della Casa Memoria ci teniamo oggi a riportarne una:

E venne a noi un adolescente

dagli occhi trasparenti

e dalle labbra carnose,

alla nostra giovinezza

consunta nel paese e nei bordelli.

Non disse una sola parola

né fece gesto alcuno:

questo suo silenzio

e questa sua immobilità

hanno aperto una ferita mortale

nella nostra consunta giovinezza.

Nessuno ci vendicherà:

la nostra pena non ha testimoni.