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Aumenti record delle restrizioni religiose

I recenti dati pubblicati da uno studio del Pew Research Center mostrano che le restrizioni governative sulla religione in tutto il mondo sono aumentate a un livello record, in particolare nei paesi dell’Asia e del Pacifico.

L’istituto statunitense con sede a Washington ha pubblicato il 12 novembre scorso i risultati del suo XI studio annuale che analizza la percentuale in cui le società di tutto il mondo violano credenze e pratiche religiose.

I dati più recenti disponibili si riferiscono al 2018; lo studio valuta 198 paesi e territori in base ai livelli di restrizioni governative sulla religione e anche in base ai livelli di ostilità sociale nei confronti della religione. Tutti gli studi negli ultimi dieci anni si sono basati sullo stesso indice di 10 punti.

«Nel 2018, il livello medio globale delle restrizioni governative sulla religione, ovvero leggi, politiche e azioni dei funzionari che interferiscono con le credenze e le pratiche religiose, è salito al punto da raggiungere il massimo storico da quando il Pew Research Center ha iniziato a monitorare queste tendenze nel 2007», scrivono le autrici del nuovo rapporto, le ricercatrici Samirah Majumdar e Virginia Villa.

L’indice delle restrizioni governative (GRI) misura le leggi, le politiche e le azioni che limitano le credenze e le pratiche religiose. Il GRI prevede 20 misure di restrizione che vanno dagli sforzi dei governi per vietare particolari fedi fino al divieto di conversioni.

Le ricercatrici del Pew hanno setacciato più di 12 fonti di informazioni disponibili pubblicamente e ampiamente citate, come: i rapporti annuali del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sulla libertà religiosa internazionale; i rapporti annuali della Commissione statunitense sulla libertà religiosa internazionale; i rapporti di diversi organismi europei e delle Nazioni Unite, nonché i rapporti di diverse organizzazioni indipendenti e non governative.

Secondo il Pew, l’aumento dal 2017 al 2018 è stato «relativamente modesto», ma ha contribuito al «sostanziale aumento delle restrizioni governative sulla religione in oltre un decennio». «Nel 2007, il primo anno dello studio, il punteggio medio globale dell’indice delle restrizioni governative era 1,8. Dopo alcune fluttuazioni nei primi anni, il punteggio medio è aumentato costantemente dal 2011, e ora si attesta sul 2,9 per il 2018 che è l’anno più recente per il quale sono disponibili i dati».

Le autrici sostengono che l’aumento delle restrizioni governative a livello globale riflette una varietà di eventi e tendenze, compreso un aumento dal 2017 al 2018 del numero di governi che hanno usato azioni di forza – come detenzioni e abusi fisici – per colpire i gruppi religiosi.

Secondo la ricerca il 28% dei paesi (56) ha restrizioni governative «alte o molto alte» sulla religione; di questi, 25 si trovano nella regione Asia-Pacifico, il che significa che la metà dei paesi della regione ha livelli elevati o molto alti di restrizioni governative sulla religione.

I dati hanno inoltre rilevato che il 62% dei paesi (31 su 50) in quell’area geografica «ha sperimentato l’uso della forza da parte del governo in relazione alla religione».

Il rapporto oltre a concentrarsi sul Myanmar per lo sfollamento di massa dei musulmani Rohingya e di altre minoranze, come i cristiani, richiama l’attenzione sull’Uzbekistan, che ha circa 1.500 religiosi musulmani detenuti in prigione con l’accusa di estremismo religioso o per l’appartenenza a gruppi vietati.

Secondo Pew, la Cina continua ad avere «il punteggio più alto nell’indice delle restrizioni governative tra tutti i 198 paesi e territori presi in considerazione».

Anche l’India è tra i paesi che hanno raggiunto il massimo storico nel punteggio GRI nel 2018, con un punteggio di 5,9 su 10. I gruppi internazionali per i diritti umani negli ultimi anni hanno denunciato l’aumento del nazionalismo indù che ha portato alla persecuzione dei cristiani e di altre minoranze religiose. Inoltre, le leggi anti-conversione in alcuni stati sono state utilizzate per imprigionare i cristiani. «Per esempio – si legge nella ricerca – nello stato dell’Uttar Pradesh a settembre, la polizia ha accusato 271 cristiani di aver tentato di convertire le persone drogandole e diffondendo menzogne sull’induismo».

L’Africa sub-sahariana è stata l’unica altra regione al mondo a registrare un aumento del livello medio di restrizioni governative nel 2018. Secondo i dati di Pew, 40 paesi su 48 dell’Africa subsahariana hanno registrato una qualche forma di pressione da parte del governo nei confronti di gruppi religiosi, mentre in 14 paesi i governi hanno usato la coercizione fisica contro le minoranze religiose.

L’Europa invece ha mostrato un lieve calo del suo livello medio di restrizioni governative sulla religione mentre le Americhe, che registrano i livelli più bassi, «sono rimaste stabili» tra il 2017 e il 2018.