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Le chiese onorano la memoria della giudice Ruth Bader Ginsburg

Migliaia di persone sono scese davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti venerdì sera 18 settembre per piangere la morte del giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg, elevando canti e altri slogan in suo onore. Ma il sentimento prevalente è stata la commozione che ha accompagnato la veglia improvvisata.

Poi la musica ha attraversato la notte: un gruppo ha iniziato a cantare a bassa voce preghiere ebraiche. Più tardi, qualcuno ha cantato il Mourner’s Kaddish, una tradizione ebraica.

E’ stata la prima di molte reazioni da parte di gruppi ebraici alla morte di Ginsburg, avvenuta proprio all’inizio della festività ebraica di Rosh Hashanah.

«Poche persone hanno avuto un impatto così lungo o così profondo sul percorso di una nazione come ha fatto la giudice Ruth Bader Ginsburg», hanno affermato in una dichiarazione congiunta l’Unione per il giudaismo riformato, la Conferenza centrale dei rabbini americani e le donne del giudaismo riformato. Lodando l’impegno di Ginsburg nel combattere la disparità di trattamento delle donne, i gruppi hanno osservato: «Tale ingiustizia offendeva il giudice Ginsburg come donna, ma anche come ebrea. Parlava spesso dei molti modi in cui la sua educazione ebraica e la sua fede hanno plasmato il suo senso. di giustizia».

Anche le federazioni ebraiche del Nord America hanno rilasciato una dichiarazione, dicendo che Ginsburg è stata «un esempio di talento e successo, una fonte di ispirazione non solo per gli ebrei ma per persone di tutte le fedi ed etnie in tutta l’America».

Il pastore William Barber, co-presidente della Poor People’s Campaign, ha detto al sito di informazione Religion News Service che «Ruth Bader Ginsburg è una grande patriota di questa nazione che ha guardato questo Paese, l’ha visto al suo peggio e ha cercato di renderlo migliore – e l’ha fatto». Ha aggiunto: «Credo che abbia visto il suo ruolo nella Corte Suprema come un sacro dovere di riparare le violazioni a sfavore degli oppressi».

Barber ha detto di essere rimasto colpito dalla preoccupazione del defunto giudice per gli altri. Ha ricordato di aver incontrato Ginsburg nel 2015, quando entrambi hanno rcievuto il premio Franklin D. Roosevelt Four. Quando Barber, che all’epoca era profondamente coinvolto nel movimento di protesta del Moral Monday della Carolina del Nord, si avvicinò a Ginsburg per salutarla, lei gli disse: «Continua la bella battaglia, Rev. Barber».

«Ho pensato: Ruth Bader Ginsburg mi conosce?».

Il Rev. Michael Curry, vescovo presidente della Chiesa episcopale, ha detto che Ginsburg «ha fatto propria l’opera di Dio».

«Grazie a lei le antiche parole del profeta Michea per rendere giustizia, amare la misericordia e camminare umilmente con Dio hanno trovato adempimento», ha twittato. «Possiamo noi seguire le sue orme».

Il vescovo cattolico della diocesi di Lexington, John Stowe, ha dichiarato: «Portiamo avanti l’appassionato impegno (di Ginsburg) per le parole del Deuteronomio: “Giustizia, giustizia tu perseguirai”».

Muslim Advocates, un’organizzazione per i diritti civili che lavora per combattere il sentimento anti-musulmano nei tribunali e in altre aree, ha twittato le condoglianze a Ginsburg: «Tutte le donne, tutte le americane e tutti i musulmani americani devono alcuni dei nostri diritti più basilari a questa incredibile giurista. Grazie, giudice Ginsburg».

Anche la coalizione Sikh, ha dichiarato che «Ginsburg ha difeso i diritti delle donne nella lotta per una giustizia uguale».

Il Rev. Raphael Warnock,  candidato democratico al Senato degli Stati Uniti in Georgia e pastore della Ebenezer Baptist Church di Atlanta, dove predicò anche Martin Luther King Jr., ha detto che la morte di Ginsburg è «una perdita incommensurabile che si farà sentire in tutto il nostro paese stasera». Ha aggiunto: «La sua eredità nel difendere i diritti umani più fondamentali dalla Corte più alta del paese continuerà a ispirare generazioni di americani».

Anche i leader religiosi che spesso erano in disaccordo con Ginsburg hanno esteso le loro simpatie. Il reverendo Russell Moore, capo della Commissione per l’etica e la libertà religiosa della Southern Baptist Convention, ha pubblicato un video su Twitter poco dopo aver sentito la notizia.

«Ho avuto alcuni grossi disaccordi con il giudice Ginsburg, e abbiamo avuto alcune questioni controverse davanti alla corte su questioni di aborto e libertà religiosa», ha detto Moore. «Ma in questo momento la cosa più importante da tenere a mente è che Ruth Bader Ginsburg è un essere umano. La sua famiglia sono i nostri simili esseri umani e i nostri concittadini americani, e dobbiamo estendere la solidarietà e pregare per quella famiglia mentre si addolorano stasera. E penso anche che dovremmo pregare per il nostro Paese in un momento davvero diviso».

Alla Corte Suprema, venerdì sera, lutto e preghiera erano mescolati con l’ansia per quello che sarebbe successo dopo. Le persone hanno sussurrato la notizia che il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell stava insistendo per far sì che i legislatori votassero su chiunque Trump avesse nominato, in fretta, una mossa ampiamente vista come un’inversione della analoga situazione del 2016 in cui però Barack Obama  venne chiesto, e ottenuto, di bloccare la nomina di un nuovo giudice della Ciorte Suprema solo dopo le elezioni, in seguito alla morte del giudice Antonin Scalia. Sarebbe inoltre questa probabilmente una confutazione diretta della richiesta fatta da Ginsburg in punto di morte, che secondo la National Public Radio era stata dettata alla nipote: «Il mio desiderio più fervido è che non sarò sostituita fino a quando non sarà insediato un nuovo presidente».

Barber ha detto venerdì, tuttavia, che fare pressioni per riempire il posto di Ginsburg troppo presto potrebbe solo riuscire a spronare i suoi ammiratori all’azione.

«Credo che la sua morte potrebbe benissimo ispirare la resurrezione della partecipazione alla nostra democrazia come non abbiamo visto dalla fondazione di questa Repubblica», ha detto. «Se tutte le persone che hanno beneficiato delle sue decisioni e dei suoi dissidenti decidessero “Non rinunceremo a questa democrazia. Dobbiamo dimostrarlo con la nostra partecipazione quest’anno – al voto”, potrebbe cambiare la presidenza e potrebbe anche cambiare il Senato».