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Amos Luzzatto, l’ebraismo e la cultura

Nella giornata di ieri è scomparso a Venezia, all’età di 92 anni, Amos Luzzatto: veneziano, medico ma anche saggista, era stato presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane dal 1998 al 2006. In questa veste, nella quale era succeduto a Tullia Zevi, e in altre sedi del dialogo ecumenico e interreligioso, ha incontrato gli ambienti protestanti italiani e la Chiesa valdese. Nel 2003 aveva partecipato a una tavola rotonda all’interno del Sinodo valdese, e in quella sede aveva fatto la proposta dell’istituzione «di un forum permanente per le religioni, un luogo di incontro e discussione per conoscersi, dialogare e lavorare insieme per il bene comune. Insieme le religioni devono combattere stereotipi e pregiudizi, insieme devono promuovere la reciproca conoscenza».

Il settimanale Riforma ne aveva recensito un libro-intervista con la filosofa Francesca Nodari, uscito nel 2008, dal titolo A proposito di laicità, che spaziava in realtà su varie tematiche che coinvolgono ogni minoranza religiosa: «la dicotomia debole/forte; qualità o sacralità della vita?; il confine tra delega e responsabilità; amore/odio, bene/male; laico e profano; ritratti di maestri; Luzzatto e Israele». «L’idea di fondo di Luzzatto – scriveva Jean-Jacques Peyronel – è che la cultura è la risposta più adeguata, o meglio più “umana”, agli interrogativi, alle frustrazioni e ai conflitti che si presentano nella vita delle persone. Anche quando la cultura non è in grado di dare una risposta univoca». Ecco uno dei tanti motivi per cui mancherà, a tutti, alla cultura e alla politica una persona come Amos Luzzatto.

La moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta, ha inviato una lettera alla presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, per esprimerle il cordoglio per la morte di Amos Luzzatto.

 

 

Foto da Moked.it