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Riprendono le visite nelle strutture residenziali della Diaconia Valdese Valli

Era il 3 marzo quando le porte delle strutture residenziali si sono chiuse per non far entrare quel nemico invisibile, il Coronavirus, che da mesi flagella il mondo intero. Una decisione difficile e sofferta, che ha visto la separazione delle famiglie dai loro cari, presa in linea con le direttive delle autorità sanitarie ma con qualche giorno di anticipo rispetto alle indicazioni pervenute successivamente. 

A distanza di oltre tre mesi e mezzo, lunedì 22 giugno, a seguito del decreto della Regione Piemonte con le linee di indirizzo da seguire per consentire la graduale ripresa delle attività allinterno delle strutture residenziali, ci si è mossi affinché fosse possibile far incontrare gli ospiti con i loro cari, nel pieno rispetto delle misure di protezione individuale e collettiva. Difficile parlare di ritorno alla normalità ma, rispettando tutte le misure richieste – distanziamento sociale, mascherina, tempo contingentato a 15 minuti una sola volta a settimana e una sola persona per volta, obbligo di prenotazione per la visita e postazione allaperto – gli ospiti hanno potuto rivedere i propri cari di persona. «Non è possibile descrivere a parole – racconta Susanna Deplano, responsabile sociale al Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni – l’emozione che suscita in noi operatori il momento dell’incontro. Un rigido protocollo consente di potersi incontrare per 15 minuti a settimana in giardino divisi da uno schermo di plexiglass. Può sembrare poco ma in realtà, dopo mesi di lontananza, è già tantissimo e noi proseguiamo il lavoro con ottimismo e fiducia per creare il più possibile un ambiente sereno per i nostri ospiti».

Il virus non è stato sconfitto; si tiene alta la guardia e si guarda ai mesi futuri con la giusta preoccupazione e la speranza di non dover rivivere i mesi bui e drammatici che hanno caratterizzato questo inizio 2020. La Diaconia valdese continua a muoversi in modo coeso e unitario, seguendo le linee guida della Regione Piemonte, dellIstituto Superiore di Sanità (Iss) e dellAsl di competenza, applicando procedure condivise a strutture e servizi e operando in maniera trasparente e professionale.