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La Chiesa Unita di Cristo sostiene la decisione della Corte Suprema di proteggere i lavoratori gay e transgender dalla discriminazione sul lavoro

Lunedì 15 giugno la storica decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti: con un totale di 6 voti favorevoli e 3 contrari, i giudici hanno stabilito che una legge federale esistente, la Civil Rights Act del 1964, proibisce la discriminazione sul lavoro sulla base dell’orientamento sessuale o dello status di transgender

Il pastore Mike Schuenemeyer, dirigente per la difesa della salute e dell’integrità della Ucc, la Chiesa unito di Cristo, ha applaudito a questa grande vittoria per la comunità LGBTQ+. «La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di vietare la discriminazione lavorativa nei confronti di persone gay o transgender è una sentenza molto attesa e importante per la giustizia», ​​ha affermato Schuenemeyer, sottolineando che l’Ucc ha sostenuto l’uguaglianza sul posto di lavoro per le persone LGBTQ+ dal 1969.

La decisione, basata sul Titolo VII della legge sui diritti civili, è stata scritta dal giudice Neil Gorsuch, il primo nominato della Corte suprema del presidente Trump. «Un datore di lavoro che licenzia un individuo per essere omosessuale o transgender licenzia quella persona per tratti o azioni che non avrebbe messo in discussione con persone di un sesso diverso», ha scritto Gorsuch. «Il sesso e l’orientamento sessuale svolgono dunque un ruolo evidente e indiscutibile nella decisione, esattamente ciò che il Titolo VII vieta».

Grazie a questa decisione, le comunità LGBTQ possono ora respirare l’aria della libertà in 25 stati in cui non c’era protezione legale a livello statale contro la discriminazione sul lavoro.