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Un messaggio dal Gruppo giovani Angrogna

Il Gruppo giovani e il pastore di Angrogna Marco Di Pasquale hanno pensato di condividere un video con tutta la comunità tramite Facebook. La loro volontà è però che tutti possano ricevere questo loro messaggio, anche coloro che non sono molto avvezzi alla tecnologia. Per questa ragione si sono messi in contatto con noi, che molto volentieri condividiamo quanto segue.

In questo momento difficile ci sentiamo tutti un po’ più lontani dagli altri. Un modo per sentirsi più vicini può essere anche leggere un’antica fiaba che viene da lontano, presente sul libro della Cevaa del 1988.

«Molto tempo fa, viveva nel nord della Cina un vecchio. La sua casa era rivolta a sud e davanti al suo portone s’innalzavano le alte cime dei Tainang e del Wangu. Esse sbarravano la via verso il sud. Il vecchio coi suoi figli lavorava sodo. Volevano levare di mezzo le due alte montagne con il piccone. Il vicino del vecchio vide ciò e scosse il capo. “Come siete pazzi!” gridò. “È assolutamente impossibile che voi possiate sgomberare queste imponenti montagne!”.

Il vecchio sorrise come chi la sa lunga, poi disse: “Quando morirò, continueranno i miei figli. Quando moriranno i miei figli, continueranno i nipoti. È vero che le montagne sono alte, ma non crescono. Per ogni zolla che asportiamo, ci avviciniamo al nostro scopo. È meglio fare qualcosa piuttosto che lamentarsi che le montagne nascondono il sole”. E fermamente convinto, il vecchio continuò a picconare».

Anche quando le difficoltà ci sembrano alte come una montagna, non bisogna perdere la speranza. A questo proposito sono interessanti i seguenti versetti:

«O Signore, poiché ho confidato in te, fa’ che io non sia mai confuso; per la tua giustizia liberami. Porgi a me il tuo orecchio; affrettati a liberarmi; sii per me una forte rocca, una fortezza dove tu mi porti in salvo» (Salmo 31, 1-3).

«Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse. Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all’amore e alle buone opere» (Ebrei 10, 23-24).

Stiamo vivendo un periodo particolare della storia, che non sappiamo bene come affrontare. A volte ci sembra di non vedere una via d’uscita e non sappiamo quando e se potremo ritornare alla nostra vita di prima. Non sappiamo quando potremo passare una serata in compagnia degli amici, fare un pranzo con i parenti a noi cari o quando potremo riconoscere gli altri dal loro sorriso, che al momento è coperto da una mascherina. Non sappiamo nemmeno quando potremo ritrovarci in chiesa come comunità per cantare e pregare insieme e quando i vari gruppi della chiesa potranno tornare a incontrarsi normalmente. 

In questa situazione tutto ci sembra perduto, ma come abbiamo letto nel Salmo 31, nei momenti di difficoltà non dobbiamo perdere la speranza, ricordandoci che il Signore è sempre accanto a noi. Egli è ogni giorno al nostro fianco, ci guida e ci protegge. In un periodo come questo sarebbe più semplice abbandonarci allo sconforto, ma dobbiamo invece ricordare che Lui è con noi ed è la nostra fortezza in ogni momento della vita. 

Anche nella lettera agli Ebrei, Paolo ci esorta a non perdere la speranza, perché Dio mantiene sempre le sue promesse. Paolo prosegue spronandoci a sostenerci l’un l’altro: pensiamo in particolare a chi è malato o a chi ha perso una persona cara; senza dimenticare però le persone cui il periodo di quarantena ha amplificato le difficoltà o i momenti di solitudine quotidiana. Stiamo accanto a tutti loro, avendo un occhio di riguardo per i più fragili, per i quali anche una piccola azione può essere significativa. 

Ora più che mai, la popolazione mondiale si sta trovando ad affrontare una crisi sia sanitaria che economica che ci costringe al distanziamento sociale e ci porta anche a riflettere su alcuni nostri comportamenti. Forse, alla fine, le barriere che costruiamo attorno a noi non sono poi così utili perché esiste qualcosa, in questo caso un virus, che guarda oltre al colore della nostra pelle, al nostro conto in banca e alle nostre credenze religiose. E, se esiste questo qualcosa che guarda oltre, allora non sarebbe così impensabile che imparassimo anche che l’umanità è una sola grande famiglia, costretta a convivere in quarantena in una grande casa che si chiama Terra; in cui l’unico modo per non sopravvivere soltanto, ma vivere una vita piena, è cercare di avere cura della nostra casa e dei nostri coinquilini, chiunque essi siano.

Ci auguriamo che tutti possiate sentire la mano del Signore che vi sostiene e riusciate a mantenere vive nei giorni che verranno la fratellanza, la fede e la speranza. 

Infine, è molto bella la preghiera del pastore francese Pierre-François Farigoule, tratta del libro della Cevaa del 2016, dal titolo “Succede…”

«Succede che i conflitti ci mettano alla prova al punto che perdiamo l’equilibrio. Succede che fatichiamo ad avanzare, come su sabbie mobili, impegnati su percorsi che non avremmo mai scelto. Succede che siamo frastornati al punto che la vita ci sembra altrettanto fugace quanto un granello di polvere sballottolato dall’aria. Succede che rimanga soltanto un’arida fedeltà nella preghiera, anche la più semplice, nella meditazione della Bibbia, anche in quella più seria. Succede anche, dopo tutto, quando si alza sulla nostra vita un giorno nuovo, quando viene il momento in cui scopriamo che tutto è passato, e che finalmente, stupiti, abbiamo attraversato. Succede che scopriamo quanto sotto la sabbia delle nostre paure, Tu eri là, Gesù, come una roccia che ci teneva in piedi. E allora dal più profondo dell’essere può sorgere una parola, ancora debole filo di acqua o già fiume impetuoso, ma chiara, ostinata, limpida. Una parola che dona corpo e vita e voce a tutti i nostri “io credo”: Io credo che tu sei il Padre, anche se alle volte l’ho dimenticato. Io credo che sei lo Spirito che mi guida e nutre il mio cuore con la presenza del tuo Figlio che mi fa essere fratello dei numerosi figli e figlie del tuo amore». 

Il Signore anche in questi momenti e con questi mezzi ci fa sentire la sua presenza, il suo sostegno, il suo amorevole aiuto. Lo ringraziamo per questa occasione di riflessione, che parla al cuore di tutti noi. Più che cercare di spianare le montagne, ci può sembrare che questo periodo particolare ci abbia “spianati”, ma il Signore è rimasto vicino a noi anche in questa maniera. È possibile in questi casi fare comunità in maniera diversa dal solito. Per questo ringraziandolo del suo sostegno e della sua presenza, vogliamo ricevere la sua benedizione: il Signore vi benedica e vi guardi, faccia risplendere il suo volto su di voi e vi sia propizio. Il Signore rivolga il suo sguardo su di voi e vi dia la pace.

Il video del Gruppo giovani e del pastore, dal titolo si trova sulla pagina Facebook Gruppo Giovani Angrogna.