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Metodisti: no alla meschina cultura primatista dell’odio e dell’esclusione

La presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi), pastora Mirella Manocchio, ha diramato questa mattina un comunicato in cui il Comitato permanente dell’Opcemi, ente ecclesiastico cui afferiscono le chiese metodiste in Italia «guarda con preoccupazione a quanto sta accadendo in Italia in questi anni rispetto all’elevarsi dello scontro sociale e l’aumento di atti discriminatori, anche violenti, nei confronti di persone di colore o ebree, di chi si proclama antifascista e di chi fa propri i valori dell’accoglienza e del rispetto per tutti ‘senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’ (art. 3 della Costituzione italiana)».

I metodisti, impegnati in ambito ecumenico e internazionale, si sono sempre «battuti per la costruzione di una società laica e pluralista», si legge nel comunicato, che sottolinea il dilagare di diffidenza, paura del diverso, pregiudizi e odio.

Le chiese metodiste e valdesi, attraverso la moderatora Alessandra Trotta, hanno rivolto la settimana scorsa un plauso alla senatrice Liliana Segre per aver fortemente voluto la Commissione contro il razzismo e l’antisemitismo, consapevoli che questa è «una battaglia di civiltà che va combattuta, oltre che a livello penale, con le pacifiche armi dell’istruzione, della memoria storica, della cultura solidaristica essenziali per alimentare la costruzione di un tessuto sociale aperto, accogliente, pluralista.

Si è, invece, dovuto assistere con sgomento all’indegno spettacolo di un astensionismo al voto parlamentare legato a speciose motivazioni di opportunità politica e poi al susseguirsi di atti intimidatori contro la senatrice a vita che hanno resa necessaria l’assegnazione di una scorta – denunciano i metodisti, esprimendo solidarietà alla senatrice Liliana Segre e offrendo collaborazione – a quanti (come la libreria “Pecora Elettrica” o la squadra di calcio “Aurora Desio”) si adoperano per contrastare il consolidarsi di un fronte sociale, prima che partitico, farcito di una meschina cultura primatista dell’odio e dell’esclusione».

La Pecora elettrica è una libreria e caffetteria di Roma, luogo dichiaratamente antifascista nella popolare zona di Centocelle, distrutta per la seconda volta quest’anno da un incendio, alla vigilia della riapertura.

Il caso “Aurora Desio” riguarda il settore calcistico dei “pulcini” nati nel 2009. Durante la partita del 2 novembre scorso contro la Sovicese, una persona, probabilmente una mamma della squadra avversaria, ha rivolto a un giocatore di 10 anni insulti razzisti. A questo episodio è seguita una immediata reazione, iniziata con una lettera a firma dell’US Aurora Desio 1922 (indirizzata al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, all’Assessore Regionale allo Sport Martina Cambiaghia, al Sindaco con delega allo Sport del Comune di Sovico Barbara Magni, alla Federazione italiana giuoco calcio e alla Società Sovicese calcio) e che continua con manifestazioni di solidarietà fra cui la scesa in campo, sabato scorso, di tutta la squadra con segni neri sul volto, magliette con la scritta “L’unica razza che conosco è quella umana” e uno striscione “Vietato ai razzisti” (Var, come il sistema di assistenza arbitrale tramite video). L’Aurora Desio ha lanciato la campagna #Var, che sta ricevendo numerose adesioni in ambito sportivo e sui social.