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Vivere la promessa della fraternità

Tutte le nazioni che hai fatte verranno a prostrarsi davanti a te, Signore, e glorificheranno il tuo nome
Salmo 86, 9

E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine
Matteo 24, 14

Viviamo in un mondo diviso e che sembra trarre forza dalle proprie divisioni. Tali divisioni non vanno confuse con le diversità presenti nella società umana, che sono una cosa positiva, se valorizzate e considerate come una ricchezza e non come una minaccia all’integrità di un paese. Al contrario, le divisioni sono da sempre un fatto negativo, principale fattore di disintegrazione sociale, che spesso mette le persone le une contro le altre. Le divisioni impediscono alle persone di vedere ciò che hanno in comune e che è fondamentale per il vivere comune, come membri della stessa società umana. Anziché essere un fattore di unità tra i popoli, le religioni sono quelle che più dividono le persone, classificandole in base a certi cliché e idee stereotipate.

Il salmista, un credente nel Dio d’Israele, superiore agli dèi delle nazioni pagane, vede, tuttavia, la sua fede condivisa da tutti i popoli della terra, creati dall’unico Dio: “Tutte le nazioni che hai fatte verranno a prostrarsi davanti a te, Signore, e glorificheranno il tuo nome”.  

Sarebbe un errore considerare la visione del salmista solo nella prospettiva escatologica, come riferita alla fine dei tempi, al regno di Dio annunciato da Gesù. Tale visione è un invito implicito a guardare oltre i recinti religiosi e a riconoscere ciò che tutti gli esseri umani hanno in comune: chi fa una strada diversa dalla mia è mio fratello e mia sorella in umanità e, allo stesso modo, è figlio e figlia dello stesso Dio in cui credo.

Se, da una parte il salmista invita i credenti di qualsiasi fede e religione a vivere la promessa della fraternità che unisce persone che hanno religioni, culture, tradizioni, storie e gusti diversi, dall’altra parte, il salmista ci proietta in avanti, invitandoci a rivolgere lo sguardo alla fine dei tempi, quando Dio sarà tutto in tutti e quando il Cristo riunirà i popoli di tutte le nazioni.