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Claudio Dina, la musica oltre i confini e le frontiere

Una carriera trentennale quella di Claudio Dina dedicata all’etnomusicologia, all’interesse verso altri popoli e culture, alla didattica musicale (promuovendo incontri di musica d’insieme, soprattutto per giovani musicisti) e in questi ultimi anni una passione, quella per la composizione. Dina, laureato in etnomusicologia e veterano del Conservatorio di Trento, proporrà questa sera un brano dedicato alla tragedia dei tanti morti in mare, in occasione di un prestigioso Festival musicale.

«Le immagini di questi ultimi giorni, che ritraggono i corpi di uomini, di donne e di bambini nei fondali del mare al largo di Lampedusa, non lasciano spazio a dubbi: oggi ci troviamo di fronte a una tragedia di proporzioni immense», rileva Dina.

Presso l’Aula Magna del Conservatorio di Trento per la rassegna Mondi Sonori, che mette insieme studenti e insegnanti del Conservatorio, e giunta alla sua ventesima edizione, questa sera alle 20,30 Dina proporrà la sua composizione Respiri sospesi.

«Tre strumenti a fiato: flauto, clarinetto e clarinetto basso dialogheranno tra loro facendo emergere la dimensione del respiro e rendendolo “sonoro”. Il risultato dell’intreccio è dunque la nascita di un ulteriore elemento, di un protagonista inatteso, di un quarto strumento: il fiato. Il desiderio di raggiungere questa dimensione sonora – prosegue Dina – è stata ispirata da un atteggiamento umano e talvolta involontario che ho riscontrato in ogni essere umano: come quando riceviamo notizie inattese o spiacevoli e rispondiamo, ancor prima delle parole, proprio con il fiato, il respiro, il sospiro».

Attraverso la musica Dina rende omaggio all’umanità: «Credo che chi si occupa di didattica non possa sentirsi estraneo a ciò che lo circonda. Anzi, credo che sia chiamato a interagire e a portare la propria testimonianza al mondo e alle persone che questo mondo lo compongono».  

Anche l’ambiente è uno dei temi cari a Dina. «Un altro progetto l’ho voluto dedicare all’ambiente, alla natura e alla sua salvaguardia. La prima composizione è intitolata 38N145W. Si tratta di una coordinata geografica che porta dritto dentro al mare, o almeno così dovrebbe essere, ma non lo è, perché quel segmento di mare oggi è diventato un isola di plastica e ben visibile nel Pacifico. Anche le future composizioni avranno nomi di coordinate geografiche. Grazie alla musica e alle emozioni sensoriali che creo, intendo far percepire quanto sia preziosa la nostra vita e il nostro pianeta. Cerco di trasmettere emozioni. Ogni brano – ogni composizione del mio progetto – è ispirato a luoghi diversi. Una mimesi, una riproduzione, un’imitazione della natura. Per ottenere questo risultato ho cercato di ricostruire, non con strumenti digitali ma con strumenti ordinari, dei “campioni” sonori e sensoriali della nostra natura. Non si tratta di brani descrittivi, direi musiche che offrono una narrazione sonora di quei luoghi».