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Meskel, la festa che celebra la vera croce di Gesù

L’Etiopia ha celebrato il suo appuntamento nazionale e religioso«Meskel»croce in amarico, che è la lingua ufficiale dell’Etiopia. Un appuntamento importante per le chiese ortodosse etiopi e ortodosse eritree che commemora la scoperta e il ritrovamento della vera croce di Gesù dissepolta, così si afferma, dalle stesse mani dell’imperatrice romana Elena, madre di Costantino, in occasione di un suo viaggio in Palestina, già ottantenne, a cavallo tra il 327 e il 328 dopo Cristo. 

Meskel è certamente tra le celebrazioni religiose più importanti della Chiesa ortodossa del paese del Corno d’Africa altresì, una Festa Nazionale che si tiene tra il 27 e il 28 settembre di ogni anno nella Capitale Addis Abeba, proprio in Piazza Meskel.

Alti funzionari del governo, diplomatici e dirigenti della Chiesa ortodossa si sono riuniti per condividere il rito della Damera, l’accensione dei falò che grazie al loro fumo indicano una traiettoria, la stessa che spinse l’imperatrice Elena, e madre di Costantino il Grande, nel punto esatto in cui avvenne il ritrovamento della vera croce di Gesù.

Abune Mathias, il Patriarca della Chiesa ortodossa etiope, accendendo il falò ha dichiarato: «Meskel (Vera Croce) unisce le persone attraverso il perdono e l’amore». 

Tra gli etiopi alcuni ritengono che i falò accesi in tale occasione purifichino dai peccati, altri che la direzione intrapresa dal fumo e il modo con cui i falò crollano, possano indicare, o addirittura predire, il futuro.

Mathias poi, rivolgendosi ai fedeli e ai presenti in piazza, ha condannato gli incendi di molte Chiese ortodosse avvenuti in diversi luoghi del paese e attaccato pubblicamente gli esecutori, sono 25 le chiese bruciate negli ultimi due anni. 

Poi ha chiesto alla piazza più pace e unità denunciando le «emergenti divisioni», considerate distruttive per la Chiesa ortodossa. Infine Mathias ha citato la recente richiesta di poter giungere a un nuovo Sinodo fatta dagli Oromo, un gruppo africano che rappresenta il 32% della popolazione etiope, e dunque numericamente, il primo gruppo etnico del Paese.

Il vice sindaco di Addis Abeba,Takele Umma, ha ricordato che il Governo non ha mai abbandonato la Chiesa ortodossa, «anzi l’ha sempre considerata la madre di tutti gli etiopi e la patria dell’eredità popolare».

La leggenda del ritrovamento della vera Croce sorse alla fine del IV secolo e consisteva inizialmente di sommari resoconti da parte dei Padri della Chiesa con la menzione dell’esistenza di una reliquia della croce a Gerusalemme. Nel suo De obitu Theodosii(395), Ambrogio riferisce come Elena si fosse recata in questa città su richiesta del figlio Costantino e come, con l’aiuto dello Spirito Santo, avesse trovato sul Golgota la croce di Cristo. La vera croce fu individuata fra le tre dissepolte.

I cristiani ortodossi presenti in Etiopia credono che metà della croce sia stata donata all’imperatore etiope Dawit dal Patriarca di Alessandria come ricompensa e a protezione dei membri della Chiesa copta. Un pezzo di questa si presume sia conservato nelle montagne di Amba Gashen.

La festa che riunisce le famiglie e promuove la riconciliazione e la coesione sociale si celebra nella forma attuale da 600 anni, in altre forme sin dal XIII secolo.

Nel 2013 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, ha iscritto la Festa come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.