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Glasgow (Scozia). Assemblea della Federazione battista europea

«Polarizzazione e frammentazione sono due parole che ben descrivono l’attuale momento storico», ha affermato il segretario generale dell’Ebf (Federazione battista europea), Tony Peck, nel discorso di apertura dell’Assemblea annuale, che si è tenuta a Glasgow (Scozia), dal 24 al 28 settembre e che ha visto la partecipazione di circa 170 rappresentanti dalle diverse unioni della regione europea, Medio Oriente e Asia centrale. 

La retorica nazionalista rischia di entrare, se non lo ha già fatto, anche nelle chiese, e la speranza assume la sua sostanza come promessa futura, ma assente nel presente. Riprendendo il teologo J. Moltmann, che per più di 50 anni ha scritto di come la speranza cristiana diventi realtà nel mondo, Peck ha sottolineato come «Pace con Dio significhi conflitto con il mondo» e come la speranza cristiana renda la chiesa sorgente di nuovi impulsi per la realizzazione della giustizia, della libertà e dell’umanità qui ed ora, alla luce della promessa futura che viene. 

Di «giustizia, libertà e umanità» si è dunque parlato e ci si è confrontati in questa assemblea: giustizia climatica, libertà religiosa, umanità che accoglie e viene accolta. Lo si è fatto nel lavoro di gruppo, nelle plenarie, nei momenti di preghiera e di culto. 

L’assemblea dell’Ebf ha avuto luogo durante il tempo ecumenico del Creato e mentre in tutto il mondo si è manifestato per spingere i governi e il mercato a cambiare la politica nei confronti dell’ambiente. Anche le chiese hanno bisogno di pensare teologicamente al modo individuale e comunitario di utilizzare le risorse del pianeta. La mozione, approvata, sul cambiamento climatico, parte da una riflessione sull’incomprensione da parte delle e dei credenti del patto tra Dio e l’umanità. Il teologo John Weaver ha ripreso il testo di Isaia 24, 5 «La terra è profanata dai suoi abitanti, perché essi hanno trasgredito le leggi, rotto il patto eterno», per rendere consapevoli le chiese che la questione ambientale è profondamente connessa con la relazione con Dio. La speranza è che questa mozione possa far prendere posizione alle chiese battiste anche a livello globale, soprattutto alla vigilia del prossimo raduno mondiale in Brasile, terra di fuochi e di diritti negati, che si terrà l’anno prossimo. 

Il Forum sulla libertà religiosa ha occupato un’intera mattinata di lavori: John Mason, membro del Parlamento Scozzese, e membro di una chiesa battista a Glasgow, ha presentato il gruppo di lavoro interparlamentare su Libertà religiosa e di coscienza; Valeriu Ghiletchi, parlamentare moldavo e membro del Consiglio di Europa a Strasburgo, ha illustrato alcune mozioni proposte, discusse e approvate dal consiglio di Europa sulla libertà religiosa, in particolare sulla libertà di cambiare credo religioso. Il segretario generale dell’Alleanza Battista Mondiale, Elija Brown, ha invece espresso la propria preoccupazione per il legame tra le restrizioni della libertà religiosa e la tecnologia: oggi è possibile geolocalizzare con grande precisione il punto di partenza di messaggi pubblicati sui social e questo porta all’individuazione immediata degli autori. Uomini e donne sono state arrestati, o uccisi, per aver indicato il luogo del culto domenicale. Le storie condivise, dall’Iraq, dalla Bulgaria, dal Tagikistan, dalla Serbia, riportano preoccupazione ma anche lotta da parte delle chiese, eredi di una tradizione battista di difesa della libertà di credere e anche di non credere. Una domanda si è levata durante il forum: «Possono le chiese battiste essere nazionaliste? Può una chiesa dirsi cristiana e, denominazionalmente battista, e sostenere governi nazionalisti chiusi all’accoglienza delle diversità?». Domanda che ciascuna e ciascuno si è portato a casa, domanda che in ogni periodo storico viene declinata nel tentativo di rispondere al patto con Dio liberatore. 

Nei gruppi di lavoro si è parlato anche di accoglienza, di teologia dell’ospitalità, di necessità di riconoscere l’altro, l’altra, come sorella, come fratello, ancora prima che come straniero. Missione ed Evangelizzazione, Libertà e Giustizia, Teologia e formazione sono stati i seminari di approfondimento gestiti dai vari dipartimenti dell’Ebf. 

Il Presidente dell’Unione cristiana evangelica battista in Italia, (Ucebi), Giovanni Arcidiacono, ha indirizzato all’Ebf un saluto che aveva al suo interno i temi trattati dall’Assemblea: la necessità di una legge sulla libertà religiosa in Italia; il progetto sostenuto finanziariamente dall’UcebiMedical Hope, parte di Mediterranean Hope, che fornisce cure mediche in loco alle persone più vulnerabili che non possono affrontare il viaggio con i corridoi umanitari dai campi profughi del Libano; l’attenzione per le relazioni con gli istituti di formazione teologica a livello europeo. 

Durante l’Assemblea dell’Ebf si svolge infatti anche l’assemblea generale del Centro internazionale battista di studi teologici (IBTSC) che ha sede ad Amsterdam. L’IBTSC raccoglie l’eredità del seminario battista di Rüschlikon (Svizzera), poi trasferitosi a Praga e infine, ora, ad Amsterdam. Istituto di formazione post laurea, con un focus sulla teologia pratica, la missione e la storia battista, l’IBTSC sta lavorando anche per diventare un punto di riferimento delle chiese europee nella formazione di ministre e ministri locali, con l’avvio di un corso a distanza. La collaborazione con l’IBTSC e la realtà italiana si sta concretizzando attraverso la visita del nuovo direttore Mike Pears, che ha partecipato allo scorso aggiornamento delle pastore e dei pastori battisti, e con due seminari, che saranno tenuti la prossima primavera presso la Facoltà valdese di teologia a Roma. 

Un saluto all’Assemblea dell’Ebf è giunto anche dal pastore Mario Fischer, attuale segretario generale della Comunione delle Chiese protestanti in Europa: Fisher, che ha nella sua biografia anche un periodo di studio presso la Facoltà valdese, ha sottolineato quanto, pur nell’esigenza di dover ancora riflettere sulla reciproca comprensione del battesimo, sia importante la collaborazione, già esistente e da approfondire tra le nostre chiese per testimoniare uniti l’evangelo. 

«Dammi anche delle sorgenti d’acqua» è il motto, tratto dal libro di Giosuè, che quest’anno, nel suo 150esimo anniversario, l’Unione delle chiese battiste di Scozia ha scelto, come preghiera, non solo per le chiese battiste, ma per tutte le chiese e per ogni Paese. In una terra inaridita e sterile, lo Spirito di Dio faccia sgorgare sorgenti di speranza, di amore, di giustizia.