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Si fermi l’utilizzo di parole d’odio in politica

«Noi siamo convinti che la svolta nell’azione politica non può essere separata da una svolta anche del linguaggio istituzionale, soprattutto sul tema delle migrazioni che è tema centrale», questo è l’incipit dell’appello lanciato dall’Associazione Carta di Roma e reso pubblico in questi giorni per chiedere al futuro nuovo governo a una seria per chiedere di cambiare il linguaggio utilizzato in questi ultimi tempi in materia di migrazioni. 

L’Associazione Carta di Roma è stata fondata nel dicembre 2011 (grazie anche alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia – Fcei che oggi siede nel direttivo) per dare attuazione al protocollo deontologico per un’informazione corretta sui temi dell’immigrazione, siglato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog) e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) nel giugno del 2008.

«Nell’ultimo anno – recita l’appello – abbiamo ascoltato e dovuto subire una comunicazione istituzionale incattivita, violenta, centrata sulla necessità di incutere paura, e questo è stato fatto utilizzando argomenti lontanissimi dalla realtà dei fatti. Abbiamo sentito parlare d’invasione di fronte ad un calo di oltre l’80 per cento di arrivi, di aumento dei reati di fronte ai dati del Viminale che danno in calo tutti i reati; di epidemie di malattie terribili che non si sono mai verificate; di crociere di fronte ai disperati viaggi su imbarcazioni di cartone; di pacchia di fronte a persone sopravvissute a fame e guerra che spesso diventano schiave nei campi. Abbiamo assistito e dovuto subire, increduli e frastornati, al continuo ripetersi di un atteggiamento che mirava a individuare nemici ai queli addebitare tutte le “nostre” difficoltà, i “nostri” problemi ai quali cui, in realtà, la politica dovrebbe dare una risposta e trovare una soluzione.

La svolta dev’essere anche e soprattutto nel linguaggio perché i cittadini italiani sono quelli in Europa che hanno la percezione più distorta dell’immigrazione.

Questo è un appello alle istituzioni affinché utilizzino parole adeguate, coerenti con la realtà e che rispondano al concetto elementare di verità dei fatti.

Dunque, prosegue l’appello, «che i naufraghi siano chiamati naufraghi; i soccorritori, soccorritori; che la solidarietà sia chiamata, solidarietà. Che i razzisti siano chiamati razzisti e non facinorosi».

L’appello infine chiede che non siano utilizzate parole come «clandestini»per definire chiunque arrivi dal mare e che l’odio non sia più «un messaggio legittimo e diffuso attraverso il linguaggio politico e soprattutto attraverso il linguaggio istituzionale».

I primi firmatari, associazioni e nomi:

Associazione Carta di Roma (Valerio Cataldi, Pietro Suber, Paola Barretta, Piera Francesca Mastantuono, Sabika Shah Povia), Unhcr, A buon diritto, Acli, Amnesty Italia, Amref, Arci, Associazione Articolo 21, Asgi, Centro Astalli, Cospe, Fcei.  Paolo Borrometi (Presidente Articolo 21), Stefano Corradino (Direttore Articolo 21), Guido D’Ubaldo (Segretario ODG), Maurizio Di Schino (Segretario Ucsi), Vittorio Di Trapani (Segretario Usigrai), Lorenzo Frigerio (Libera Informazione), Gian Mario Gillio (Federazione delle chiese evangeliche in Italia – Fcei), Giuseppe Giulietti (Presidente Fnsi), Raffaele Lorusso (Segretario Fnsi), Lunaria, Elisa Marincola (Portavoce Articolo 21), Medici Senza Frontiere Italia, Simn (Scalabrini International Migration Network), Paola Spadari (Presidente OdG Lazio), Carlo Verna (Presidente Odg), Cristina Cosentino, Rosaria Tallarico, Massimo Marciano (Consigliere Inpgi 2 e Associazione stampa romana), Alessandra Mancuso, Lidia Galeazzo (Usigrai-Fnsi), Sonia Oranges, Diana Angela Formaggio, Maria Lepri (segretaria Ordine giornalisti Lazio), Laura Ferri (studentessa), Ida Baldi (caporedattore Economia, RaiNews24), Stefano Milani (RadioArticolo1), Beatrice Curci (giornalista), Lucia Visca, Paolo Serventi Longhi (consigliere di amministrazione Inpgi), Rita Mattei, Roberto Secci (caposervizio Politico Rainews24), Marina Testa, Federico Faloppa, Silvia Garambois, Roberto Mastroianni, Laura Berti, Stefano Pasta, Festival delle Letterature migranti, Davide Camarrone, Associazione Amici di Roberto Morrione,  Mascia Rigoni, Lia Rocco, Gisella Trincas (presidente Nazionale dell’Unasam, Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale), Ivano Maiorella (direttore Giornale Radio Sociale), Claudio Riolo, (politologo – Università di Palermo), Marianna Cappi, Tiziana Ciavardini, Marino Bisso (Rete Nobavaglio), Luisa Guerrini, Cristina Tabacchi (magistrato), Lucia Belocchi, Alessandro Spinelli, Alessandra Profilio, (giornalista, direttrice responsabile di Italia che Cambia), Graziella Di Mambro (Articolo 21), Floriano Zini.