istock-470937306

Le Chiese di fronte alla ricchezza, alla povertà e ai beni della terra

La prima intensa giornata (lunedì 29 luglio) della 55ª Sessione di formazione ecumenica del Segretariato Attività Ecumeniche (Sae) in corso a Santa Maria degli Angeli si è conclusa con una vivace celebrazione ecumenica all’aperto il cui baricentro è stato il brano di Matteo 25 sul giudizio finale che interpella a vedere nel povero, nel forestiero, nel malato e nel prigioniero il volto di Cristo. A commentarlo, un passo di Madeleine Delbrel sul dono dei beni come segno di una vita donata per gli altri, e uno di Dietrich Bonhoeffer sull’azione obbediente e responsabile del cristiano, risposta alla domanda e alla chiamata di Dio, che sacrifica anche il proprio principio, la propria virtù, la propria libertà nel vincolo esclusivo con il suo Signore.

Le relazioni di lunedì hanno spaziato dall’intervento del sociologo Enzo Pace sul rapporto complesso tra religioni ed economia, di Rony Hamaui sul tema economia e finanza nell’ebraismo e di Hanz Gutierrez Salazar sulla triade vocazione, lavoro e prosperità nel protestantesimo attuale. Walter Benjamin nel 1921 scriveva che il capitalismo non aveva più bisogno di un sostegno ascetico perché era diventato esso stesso una religione cultuale, senza teologia  e dogmatica, senza tregua né pietà, che produce colpa e debito. Oggi le religioni si trovano di fronte a un capitalismo e a un neo colonialismo sempre più estremi a cui è difficile resistere e che fagocitano anche simboli e regole religiose come vie per aprirsi nuovi spazi commerciali. Scenari inediti che chiamano in causa l’essere stesso delle religioni, le loro pratiche e la loro posizione nel mondo.

Martedì mattina, dopo la preghiera nella basilica superiore di Assisi, al Monte Frumentario la discussione si amplierà sul tema del rapporto tra economia e finanza su quale economia preserverà il nostro futuro.