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Napoli. Un campo estivo, occasione di integrazione

Tra pochi giorni avrà inizio presso il Centro sociale «Casa Mia-Emilio Nitti» a Ponticelli (Napoli) il consueto campo estivo. Per quattro settimane (dal 24 giugno al 26 luglio) il Centro, opera diaconale della chiesa metodista, accoglierà una cinquantina di ragazzi dai 6 ai 10 anni.

Novità di quest’anno è la collaborazione con l’associazioneNapoli: EuropaAfrica (N:EA) che lavora da trent’anni nel settore della cooperazione e dello sviluppo umano. In particolare, sul territorio partenopeo N:EA organizza interventi di facilitazione culturale e scolastica per cittadini di origine rom. Proprio un gruppetto di bambini rom parteciperà al campo estivo, finanziato con il contributo dell’otto per mille della Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi).

Il tema del campo estivo è «Davide e Golia. Il coraggio della nonviolenza. «Ogni anno – ci racconta Salvatore Cortini, direttore del Centro sociale Casa Mia-Emilio Nitti – offriamo ai ragazzi della nostra periferia questo tempo da vivere all’insegna del gioco e della riflessione, partendo da una storia biblica. Abbiamo scelto la storia di Davide e Golia per affrontare con i ragazzi i temi della violenza e del bullismo, tematiche su cui stiamo riflettendo e ci stiamo formando dall’inverno».

Attraverso attività ludiche, sportive, lavoretti, murales, la realizzazione di costumi, i ragazzi ripercorreranno la vicenda biblica del giovane pastore Davide che riuscì a sconfiggere il gigante del Filistei senza spada né armatura. L’intero percorso poi sarà condiviso con le famiglie dei ragazzi in uno spettacolo finale.

«Ci auguriamo che quest’anno la partecipazione di ragazzini rom sia per tutto il gruppo un’importante esperienza di integrazione – continua Cortini –. Da molti anni, in questo nostro disastrato territorio, l’ass. N:EA porta avanti felici esperimenti di integrazione, facilitando e promuovendo la scolarizzazione di molti ragazzi che vivono in un campo rom a Ponticelli. Fare in modo che i ragazzi si conoscano, studino, giochino ogni giorno insieme è un potente antidoto contro gli stereotipi razzisti».