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Il cammino europeo da Ventotene al Ciabàs

Non poteva darsi momento più opportuno dell’attuale per offrire ai lettori questo volume, che accoglie gli scritti di Mario Alberto Rollier*. La scadenza delle elezioni del prossimo maggio incombe sull’opinione pubblica come una sfida e un interrogativo: quale Europa sapranno proporre gli uomini e le donne che siederanno a Bruxelles? Sapranno riprendere lo slancio degli inizi e nell’ottica di un nuovo rilancio creativo dare vita a una comunità europea efficace come quella di cui godono i nostri figli nelle loro esperienza Erasmus? Rileggere a distanza di …. anni lo scritto di Rollier posto opportunamente in apertura della raccolta è non solo commovente, ma corroborante. È il sogno di Ventotene, il confino-laboratorio dove i fratelli Rosselli e Altiero Spinelli progettavano il domani negli anni in cui la prospettiva più logica era il trionfo del nazifascismo sul continente. La pregnanza del saggio di Rollier è dono del suo essere non un politico o un letterato (categorie di intellettuali essenziali nell’intellighenzia italiana) ma uno scienziato.

Il suo è un argomentare preciso, organico, puntuale, e forse la lezione maggiore che ne possiamo ricavare sta non tanto nei contenuti (anche se permangono fondamentali nella loro complessità) ma nel metodo. L’Europa non si costruisce con discorsi, appelli, richiami alle grandi tradizioni del passato (l’Europa cristiana di Benedetto XVI) ma con la rigorosa analisi delle sue eredità storiche e del suo patrimonio di valori culturali e politici. L’Europa di Rollier e degli uomini di quella generazione è molto più di un condominio in cui le nazioni trovano sistemazione confacente in alloggi o residence secondo la popolazione, con il bancomat al piano terra. L’Europa sognata a Ventotene, progettata nella Resistenza, da realizzare o, in ottica meno critica, perché bene o male una comunità europea esiste e non è poca cosa, per chi ancora ricorda quello che era prima del ‘45, da riformulare in termini odierni.

Ma l’antologia di Rollier è per i lettori del nostro giornale di grande interesse per un secondo motivo:l’autore non è solo un uomo di scienza e del rigore, ma un credente militante e un cittadino libero. A questo carattere allude la seconda località del titolo che abbiamo scelto, il Ciabàs, ovvero il vecchio tempio cinquecentesco delle valli valdesi. Qui si tennero negli anni del tardo fascismo e della prima repubblica i convegni del gruppo di credenti che si raccoglieva intorno alla rivista Gioventù Cristiana L’Appello. La teologia di Karl Barth costituiva il loro riferimento teologico e loro maestro era Giovanni Miegge, che sapeva tradurre questo messaggio in termini di equilibrata prospettiva ecclesiastica. Di questo gruppo Rollier fu non solo membro militante ma cardine operativo, quando la rivista venne soppressa dal regime egli seppe risolvere il problema riprendendo L’Appello, rivista di cultura generale in cui potè ridare al gruppo lo strumento operativo. Della sua partecipazione al lavoro di riflessione delle riviste con recensioni, articoli, brevi saggi, il volume offre una ricca panoramica.

Definirlo un uomo libero mi pare pertinente nel contesto dell’evangelismo italiano di fine Novecento. Si tratta di una pagina di storia che non è ancora stata scritta e neppure studiata (sarebbe il caso di iniziare a farlo!). Nel dibattito che animò e in parte lacerò il nostro mondo valdese-metodista negli anni Settanta sul problema fede-politica e il conseguente impegno dei credenti nella realtà pubblica, Rollier rappresentò una voce che sarebbe errato definire isolata, ma fuori dal coro, per usare un’espressione popolare; il riferimento politico, e in quel dibattito aveva un peso notevole, non era infatti il marxismo, sia pure inteso in termini non ideologici ma analitici, ma la cultura europea di matrice liberal-radicale, di cui erano appunto esponenti Rosselli, Gobetti, Denis de Rougemont. Aprire questo volume e percorrerne le pagine significa incontrare i nostri padri, per molti lettori gli antenati! E lasciarsi interrogare da loro.

* Mario Alberto Rollier, L’Italia e l’Europa di un “pessimista attivo”. “Stati Uniti d’Europa” e altri scritti sparsi (1930-1976), a cura di Stefano Dall’Acqua e Filippo Maria Giordano. Bologna, Il Mulino, 2019, pp. 696, euro 48,00.

 

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