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Questa sera… tutti «A testa alta»

«Oggi, lunedì 10 dicembre, scenderemo in piazza in tutta Italia per celebrare i 70 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani. Dalle 18,30 saremo in oltre 80 città italiane per accendere una candela contro le violazioni dei diritti umani, diffuse quotidianamente nel mondo e nel nostro Paese. Attraverso la lettura degli articoli della Dichiarazione e con delle testimonianze dirette, ribadiremo – tutti insieme e a testa alta – i contenuti e i valori della Dichiarazione universale dei diritti umani che, mai come in questo momento, sono necessari per riuscire a costruire una società più giusta, basata sui principi dell’uguaglianza e della solidarietà», così scrivono i promotori dell’iniziativa ActionAid, Amnesty International Italia, Caritas, Emergency e Oxfam, promossa a livello nazionale.  Settant’anni fa, infatti, veniva approvata la Dichiarazione universale dei diritti umani per indicare nel rispetto degli uguali diritti di ogni essere umano «il fondamento di un mondo libero, giusto e in pace».

«La Dichiarazione stabilisce eguaglianza e dignità di ogni essere umano – si legge nell’appello – e pone in capo a ogni stato il dovere centrale di garantire a tutti di godere dei propri inalienabili diritti e della libertà. Ad oggi, non uno degli stati firmatari ha riconosciuto ai cittadini tutti i diritti che si era impegnato a promuovere. Nel nostro paese la negazione nella pratica di questi diritti sta facilitando la diffusione di nuove forme di razzismo: la solidarietà è considerata un reato, l’odio per il diverso prevale sullo spirito di fratellanza, l’aiuto viene tacciato di buonismo».

L’appello diramato dalle associazioni promotrici è stato raccolto da numerose associazioni in tutta Italia. Nelle piazze italiane, e «a testa alta», oggi dunque saranno in molti a ribadire il contrasto, almeno simbolico, alle repressioni del dissenso, alla pena di morte, agli attacchi ai difensori dei diritti umani e ai giornalisti, ai conflitti armati e alle violenze, alle torture e alle impunità, alle pulizie etniche, all’odio che corre sul web e per le strade del mondo, agli stupri.

Il Rapporto 2017-2018 pubblicato da Amnesty International è un documento crudo, «capace di aprire gli occhi e di risvegliare le coscienze offrendo una panoramica impietosa delle violazioni dei diritti umani grazie alla ricognizione di 159 Paesi in ogni angolo del mondo – ha ricordato il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury –. Dagli Stati più ricchi alle aree più povere. Posti molto diversi tra loro ma che quando vengono osservati con la lente dei diritti umani offrono inquietanti punti in comune. 420 pagine sono poi dedicate alla situazione dei diritti umani in Italia: dai diritti di rifugiati e migranti, agli sgomberi forzati per terminare con «torture e altri trattamenti» e i «decessi in custodia».

A Torino è stato il comitato Mai più fascismi – restiamo umani (che mette insieme diversi mondi, da quello dell’associazionismo con sigle importanti tra le quali l’Anpi, l’Arci, Libera, L’acmos, Emergency, Articolo 21 Piemonte, ed ancora sindacati e partiti politici) a raccogliere l’invito alla mobilitazione promuovendo l’incontro pubblico nella centrale Piazza Castello alle 18,30 perché: «oggi più che mai è urgente recuperare quei principi di umanità e di convivenza civile che sono alla base della Dichiarazione e che la retorica della paura sta cercando di smantellare. Questa sera scenderemo in piazza Castello per dire al mondo che stiamo dalla parte dei diritti e delle persone».