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Coerenza tra il dire e il fare

Non c’è rocca pari al nostro Dio
I Samuele 2, 2

Gesù dice:«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia»
Matteo 7, 24

Se Cristo è la Parola che si fa carne, la vita del cristiano, necessariamente, deve essere vangelo che si fa prassi. Il Vangelo non va solo proclamato, ma vissuto, pur se nei nostri umani limiti.

Con la metafora della casa fondata sula roccia, il Signore ci invita alla coerenza tra quel che facciamo e quel che proclamiamo: se una persona non è coerente e vive di contraddizioni, non può pretende di edificare la propria vita barcamenandosi tra Dio e Mammona (v. Mt 6, 24 e par). 

Non ci si può dichiarare cristiani e vivere in rotta di collisione con la volontà di Dio, chiunque vive questa bivalenza, non si rivela adatto per il Regno dei cieli. Il suo sarà sempre cristianesimo di facciata, un cristianesimo di cartapesta come gli edifici di Cinecittà.

Sarà solo apparenza senza consistenza: basterà poco per far crollare quel castello di carta, che crollerà proprio come una casa cade rovinosamente, perché non è stata costruita su basi solide.

Come afferma Giacomo, la fede deve essere prassi di vita, altrimenti è solo un insieme parole che non lasciano traccia duratura ed efficiente.

La fede è credere, e credere in Cristo significa vivere per, in, con Cristo.

Se affermiamo di essere di Cristo dobbiamo lasciarci plasmare dalla sua Parola e vivere coerentemente con quanto ci dicono le Scritture. 

È questo l’unico modo affinché la nostra vita di testimonianza possa essere simile ad una casa costruita sulla roccia che non verrà mai scossa e resterà salda nelle avversità, col sole o con la pioggia, nel tempo favorevole e nei giorni avversi.

In questi giorni in cui la carità dei molti si è raffreddata (v. Mt 24, 12), la nostra preghiera sia: «O Padre, aiutaci ad essere fedeli testimoni dell’Evangelo nei fatti e non solo a parole, donaci coerenza di vita e fortifica le nostre deboli esistenze». Amen.