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Vivere nella promessa della grazia

La 45ª Assemblea Generale dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi) si è svolta a Montesilvano (Pescara) dall’1 al 4 novembre. Il testo guida scelto dal Comitato Esecutivo è stato «La mia grazia ti basta», II Corinzi 12, 9. Un testo particolarmente impegnativo, dal quale è partito il sermone inaugurale del presidente Giovanni Arcidiacono, e che parlava in modo eloquente al nostro stato di chiese e di Unione che vivono in una condizione di «debolezza». Dio risponde a chi come noi vive in tale condizione con la promessa della grazia «sufficiente», che si rivela, si mostra evidente nella nostra debolezza. Questo rovesciamento della logica umana, secondo cui la grazia non risolve questa condizione ma viene in nostro sostegno per aiutarci a reggerla, segna uno spartiacque tra due comprensioni teologiche differenti. La debolezza non è uno stato transitorio che annuncia il trionfo potente della chiesa conquistatrice costantiniana, ma è la condizione della chiesa sottomessa alla sola grazia e alla croce. Questo è il rapporto perenne, sottolineava il presidente Arcidiacono, tra noi e Dio, tra la grazia e la debolezza. Dio dunque non «risolve» il problema della debolezza ma affianca con la grazia il nostro travaglio in modo che essa si dimostra «perfetta nella debolezza».

In questo modo l’inizio ha guidato e riassunto questa Assemblea Generale, che ha evidenziato la «nostra debolezza» ma soprattutto le attese di un popolo battista che aspetta, prega e lotta per aprirsi alla società italiana, alle chiese sorelle con cui collabora, e al futuro. Tra i primi atti assembleari c’è stata l’accettazione delle nuove chiese membro, delle chiese aderenti, delle chiese con convenzione e di quelle che hanno rinnovato la convenzione: un totale di sedici chiese. Un numero importante che mostra da una parte una crescita e dall’altra un travaglio per la difficoltà di alcune chiese di inserirsi nelle tipologie descritte nel nostro Regolamento. Questa fase dell’Assemblea ha occupato molto tempo ed è servito ad evidenziare alcuni aspetti importanti della fluttuazione delle ultime assemblee, tra forme più o meno rigide di rapporto con le chiese composte da persone provenienti da altre nazioni e contesti ecclesiologici, in processo di chiarimento e di sviluppo tra le nostre chiese.

Dopo l’approvazione quasi all’unanimità della relazione del Comitato, l’Assemblea si è divisa in gruppi per discutere e individuare, sotto la guida dei vari Dipartimenti e del Ministero musicale, gli indirizzi, i progetti e le attività per il prossimo futuro. Le conclusioni dei gruppi di lavoro condivise in plenaria sono state poi raccolte nella mozione programmatica. Questo metodo di lavoro si è rivelato molto efficace nell’elaborazione delle priorità su cui concentrare gli sforzi. La parola chiave è stata «formazione». L’enfasi non è nuova, già nel recente passato i Dipartimenti, il Ministero musicale con la scuola Asaf e la Nuova Scuola Asaf e altri soggetti (Movimento femminile battista, Fgei, Collegio Pastorale…) hanno individuato nella formazione la chiave dello sviluppo e della crescita delle nostre chiese. Formazione per i ministeri, per la testimonianza in Italia, per la difesa dei diritti delle minoranze, per la crescita di una coscienza critica che si confronti con i pesanti rigurgiti neofasciti dell’ideologia alt-right, che si estende dall’America del Nord al Brasile, inonda l’Europa e minaccia il nostro paese tentato da populismi vari. Consci della nostra debolezza e delle sfide immani che ci attendono, non vi è altra via che la grazia e la collaborazione anzitutto con i fratelli e le sorelle valdesi e metodisti e con tutti quelli che vorranno fare un pezzo di strada con noi.

La mozione programmatica con i suoi mandati rispecchia il «travaglio» delle nostre chiese. La collaborazione BMV ha raggiunto un momento decisivo nel quale va ripensato se rimane a questi livelli o se deve estendersi, a quali altri campi e come, con quali strumenti. Questo sarà discusso dalla prossima Assemblea/Sinodo già proposta dal Sinodo valdese di questo anno e ora accolta anche da noi, da celebrare entro il 2020. Tra le mozioni, e dopo lunga discussione, si è deciso di avviare per la durata di due anni un progetto pilota in via sperimentale, denominato «Ministero biblico-teologico itinerante». Questa decisione ha messo in evidenza la necessità ormai di una discussione generale sulla comprensione del ministero pastorale, come esso sia cambiato e come dovrà dunque cambiare il nostro ordinamento perché trovino collocazione le nuove forme del ministero già presenti o future in modo organico nel nostro quadro regolamentare. Questo tema sarà oggetto del prossimo Convegno dell’Unione battista. All’Assemblea sono stati presentati inoltre il progetto Medical Hope e un Testo unico in elaborazione sulle leggi relative alle Intese e agli Enti ecclesiastici. Inoltre l’Assemblea ha accolto i documenti sul fine vita e sull’ecumenismo prodotti dal lavoro qualificato di due Commissioni BMV.

Infine l’Assemblea ha eletto il nuovo Comitato Esecutivo, confermando il presidente Giovanni Arcidiacono, il vicepresidente Giuseppe Miglio. Quando l’enfasi si pone sulla formazione si riconosce di vivere un periodo di «transizione». Così la nostra Unione si prepara al futuro per essere guidata da una nuova generazione di fratelli e sorelle che dovranno assolvere il perenne compito delle chiese battiste: contemperare il loro congregazionalismo con la necessaria collaborazione e sentimento di interdipendenza consapevoli della loro debolezza e della sufficienza della sola grazia che «viene in aiuto» della nostra perenne condizione in speranza.

Nella foto di Pietro Romeo il nuovo Comitato esecutivo Ucebi