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Ricerca storica e innovazione culturale fanno parte dell’impegno civile

Quali prospettive per la valorizzazione della ricerca storica e dell’innovazione culturale nel futuro del Piemonte? Questo è l’interrogativo lanciato nel corso del convegno  “Ricerca: le prospettive della cultura in Piemonte” organizzato dal Coordinamento degli istituti culturali del Piemonte, una rete di 35 enti che operano nel campo della ricerca storica e della valorizzazione del patrimonio culturale, tra cui la Società di studi valdesi.

L’iniziativa, che si tiene il prossimo 6 novembre presso l’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria a Torino, ha per scopo proporre una riflessione pubblica sui temi della ricerca e dell’innovazione, intese per lo sviluppo e la crescita culturale: il futuro della ricerca in una società democratica richiede uno sforzo congiunto di diversi soggetti, pubblici e privati, che sono chiamati a confrontarsi su questo tema.

La missione degli istituti culturali, pur nelle loro diversità, è perennemente a rischio per mancanza di investimenti mirati e di risorse strutturali: lo sguardo corto che punta su eventi frammentari rende difficile l’opera di conservazione della memoria storica e di valorizzazione dei nostri patrimoni culturali che invece andrebbe orientata attraverso una progettualità sistemica, attraverso veri e propri “cantieri di lavoro per materie umanistiche” che facciano delle reti e delle collaborazioni un punto di forza, sperimentando anche soluzioni innovative. 

Perché una riflessione a monte sulle digital humanities e sull’educazione civica e al patrimonio culturale dei cittadini? Siamo immigrati in una nuova era, in seguito alle grandi trasformazioni del nostro tempo, e questo ci spinge a interrogarci sui molteplici impieghi degli strumenti informatici e dei new media applicati ai beni culturali, alla didattica, alla ricerca, alla comunicazione,  in un mondo sempre più orientato alla frontiera della crossmedialità e dell’interdisciplinarietà. Il racconto digitale rischia però di frammentare eccessivamente la memoria e le identità.

Gli istituti culturali sono presidi di democrazia e di partecipazione attiva che hanno tra i loro obiettivi quelli di favorire l’incontro e il confronto, a partire dalla ricerca scientifica e dallo studio per raggiungere anche i non specialisti.  Il valore della cultura come risorsa è innanzitutto un valore di relazione, di capitale sociale e umano, nel senso del miglioramento della qualità della vita e dell’inclusione: conoscere la storia fa dialogare persone diverse tra loro accomunate dal desiderio di conoscenza.

La proposta di aprire un dibattito su questi temi deriva anche dal fatto che sono iniziati progetti di digitalizzazione del patrimonio culturale, ambito che riguarda sia le realtà istituzionali sia quelle produttive che oggi richiedono nuove professionalità – soprattutto per i giovani –  tra informatica e scienze umane e sociali. 

Il convegno intende promuovere e rilanciare una politica culturale per lo sviluppo e per maggiori investimenti in campo culturale. Ripensare il tempo, la memoria e lo spazio, attraverso un nuovo utilizzo dei manoscritti, dei documenti e delle fonti storiche (opportunamente restaurate – questi sono altri campi di nuove professionalità per i giovani), significa renderli accessibili per nuove forme di conoscenza ma significa soprattutto impostare campagne di ricerca pluriennali, sviluppando nuove piste interpretative.

Siamo cioè chiamati a un impegno civile ma in questo periodo storico particolare si avverte un’ulteriore urgenza: pur usando ‘solo’ gli strumenti della ricerca e della cultura, in un momento delicato della vita del nostro paese e dell’Europa, occorre credere convintamente che si possa invertire la rotta del declino e rilanciare la crescita culturale in una cornice che permetta il confronto e il dibattito civile tra diverse posizioni impedendo il linguaggio d’odio, lo scontro e la divisione. E, a questo proposito, gli studiosi parlano di  memorie del futuro: la storia che raccontiamo oggi è il nostro domani.