img-20180724-wa0000

La montagna come terapia

Mi capita, a volte, di ascoltare le lamentele anche malcelate di persone che soffrono di solitudine o di incapacità a impegnare il loro tempo. Questi atteggiamenti sicuramente non caratterizzano il nutrito gruppo di volontari che il 18 luglio hanno accompagnato una cinquantina di persone disabili a Bou du Col (Prali). La passeggiata è stata organizzata dalla rete Montagnaterapia che riunisce molti Cst (Centro Socio Terapico) del Piemonte unitamente all’associazione «Officina Monviso» in collaborazione con il Cai Val Germanasca ed era inserita nella cornice delle iniziative per il 50° anniversario della sezione. Ormai da alcuni anni le persone che frequentano questi centri possono godere di una giornata ricca di emozioni «diverse» come può essere una passeggiata in montagna con colori, suoni, profumi, sensazioni tattili e nuove persone disponibili a relazionarsi con te: queste iniziative non potrebbero articolarsi senza i volontari.

Auto e pulmini arrivano da Saluzzo, Ciriè, Pino Torinese, val Pellice, Vigone e naturalmente da Perosa Argentina; sono ben 14 i centri che hanno aderito all’appuntamento. Arrivano alle 10 a Ribba dove è stata preparata una dolce accoglienza e a ogni intervenuto viene anche consegnato un piccolo gadget… poi su per lo sterrato, chi con andatura sostenuta, altri dando la mano all’educatore o al volontario più vicino.

Il sole fa brillare il piccolo lago del Bou du Col dove ci fermiamo per una breve sosta e ascoltiamo le informazioni sulle miniere della val Germanasca che ci rivolge l’accompagnatrice naturalistica e responsabile del Soccorso Alpino. Ecco finalmente la meta, quota 1850 mt., qui consumiamo il nostro pranzo al sacco arricchito però da doni inaspettati quali pesche e albicocche a volontà! Le sorprese non sono finite perché, quasi per magia, il suono di due fisarmoniche richiama tutti a ballare e a cantare in coro quando, per facilitare la condivisione della gioia del canto, vengono distribuiti dei quaderni con i testi delle canzoni.

L’ora del ritorno a casa arriva senza che interesse e voglia di stare insieme scemino. «Arrivederci a mercoledì, noi ci saremo» è la frase che sento risuonare da più parti, che mi conferma l’importanza di iniziative e impegni sociali simili a questo, ma ormai impossibili senza la presenza di volontari.