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Conciliare diverse visioni

Una nuova piattaforma web dedicata alla formazione delle chiese è stata presentata dalla Federazione protestante di Francia (Fpf) all’inizio di giugno: si chiama By Reformation (https://byreformation.pro)  e propone una serie di strumenti innovativi «per un nuovo modello formativo», con l’obiettivo (si legge nell’ultima newsletter della Fpf) di «formare i cristiani ai ministeri, prendendo il meglio di ogni Chiesa, con lo scopo di formare in maniera pratica e funzionale i leader cristiani. La sua ambizione è conciliare l’intelletto e lo Spirito Santo per una formazione biblica, teologica e pratica dei membri delle nostre chiese locali».

Partner in questo progetto, insieme alla Fpf, sono la Chiesa Martin Luther King (membro della Fpf e delle Assemblee di Dio), la Chiesa protestante unita di Belleville e la Chiesa protestante unita del Marais, due chiese parigine membri dell’Epudf (Eglise protestante unie de France). Ci sono poi due realtà decisamente particolari e legate alle figure dei loro leader: l’Eglise Extravagance, fondata da Bruno Picard nel 1999 nell’isola della Réunion, nell’Oceano Indiano, una sorta di “chiesa-evento” che per le sue adunanze prevede l’organizzazione complessa di un concerto rock (sicurezza, suoni e luci, logistica…), e la Place des Destinées, una scuola di formazione che unisce danza e ministero (in particolare, danza liturgica), secondo un metodo creato (e registrato) da Virginie Nfa.

Il progetto By Reformation, viene spiegato sul sito, «nasce dalla constatazione di diverse chiese membri della Fpf nella regione parigina che vivono un fenomeno di forte crescita»: una crescita che porta con sé la necessità di formazione dei ministeri locali, al di là delle differenze denominazionali. Esiste già un’offerta di formazione in diversi contesti, ammettono i promotori, ma occorre un aumento di sinergia e la possibilità di «mettere a disposizione del maggior numero possibile di persone le proprie competenze e di rafforzare al tempo stesso i legami»: in particolare, tra le chiese storiche, in cui la formazione è più “istituzionale” e si concentra soprattutto sui pastori, e le chiese evangeliche più recenti, in cui (si legge ancora sul sito) «la profusione di percorsi formativi locali e talvolta approssimativi richiede un’energia considerevole, confinando al tempo stesso le comunità al livello locale».

La sfida è quindi quella di superare la dimensione locale che imprigiona molte di queste realtà, creando una rete di collaborazione che sappia «riconoscere le qualità specifiche di ogni Chiesa, nonostante le differenze esistenti (forma di culto, sensibilità teologiche, ecclesiologia…)». Tra le righe si legge tutta la portata della posta in gioco, ed è significativo che il progetto sia decollato sulla scia del cinquecentenario della Riforma protestante: guardando al domani, la nuova “rete” ha l’ambizione di riuscire a conciliare quelli che sono spesso considerati poli divergenti, tanto da porre le varie chiese su fronti contrapposti: «l’esigenza intellettuale e l’entusiasmo spirituale, la tradizione e l’innovazione».