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L’arcivescovo di Gerusalemme Dawani chiede «l’unità tra gli anglicani»

L’arcivescovo anglicano di Gerusalemme Suheil Dawani, ha sottolineato l’urgente necessità di una riconciliazione tra gli anglicani. Lo ha fatto intervenendo e salutando i delegati presenti alla conferenza  anglicana, Global Anglican Future Conference (GafCon) che si sta svolgendo in questi giorni a Gerusalemme. Dawani, citando come esempio l’opera di riconciliazione che la sua diocesi svolge in «Terra Santa», ha sottolineato l’importanza e l’urgenza che anche nella Chiesa anglicana si possa giungere presto alla piena unità, un messaggio lanciato in occasione del culto di apertura dei lavori e pronunciato nella Cattedrale di San Giorgio.

Il desiderio di unità, Dawani l’aveva già espresso nel messaggio di benvenuto agli oltre 300 partecipanti, 70 dei quali vescovi, al Centro congressi Internazionale di Gerusalemme il 17 giugno scorso.

Il Consiglio dei primati della GafCon riunisce vescovi anglicani dell’area tradizionalista: una rete costituitasi nel 2008 a Gerusalemme in occasione di un incontro svoltosi come alternativa alla Lambeth Conference di Londra per protestare contro alcune decisioni relative all’episcopato femminile e all’ordinazione di vescovi dichiaratamente gay.

L’arcivescovo Suheil ha invece invitato i delegati di Gafcon a considerare i tre passaggi necessari per giungere all’unità «ormai necessaria» e a una piena riconciliazione.

«In primo luogo – ha rilevato Dawani –, per affrontare le enormi sfide del nostro tempo e per lavorare verso l’unità e la riconciliazione, dobbiamo essere in grado di incontrarci nel dialogo e nel rispetto reciproco. In secondo luogo, la comunità deve essere in grado di celebrare le differenze che ha al suo interno e di accettarsi vicendevolmente attraverso il messaggio di Cristo dove “l’uno vive nell’altro” e non imponendo la nostra immagine di Cristo come “l’uno sull’altro”. L’unico passo verso l’unità e la riconciliazione – ha concluso l’arcivescovo –, è l’ospitalità; poiché solo attraverso l’ospitalità possiamo trasformare l’esclusione in abbraccio».

Il tema scelto per il pre-Gafcon era stato «Amicizia e riconciliazione», un incontro preparatorio durante il quale l’arcivescovo aveva già espresso le sue considerazioni: «Non basta avere buone relazioni tra di noi, nelle nostre chiese: dobbiamo sforzarci di avere un’eccellente fratellanza con i cristiani di tutto il mondo e cercare opportunità per avviare ministeri collaborativi. In questa terra, che abitiamo, in particolar modo qui, a Gerusalemme, la nostra esistenza come cristiani dipende da queste relazioni. Relazioni che ci nutrono spiritualmente. La nostra identità vive in Cristo. Ed è proprio questa identità che ci consente di riconciliarci gli uni con gli altri, anche con coloro che percepiamo come diversi da noi. Cristo – ha ribadito Dawani – ci ha chiamato al ministero dell’unità nell’amicizia e nella riconciliazione», citando Giovanni 17: 20,21 e concludendo «solo aprendoci agli altri potremo cominciare a comprendere la rivelazione del Regno; per i cristiani il Regno dev’essere una Casa nella quale poter vivere insieme e dove nessuno dev’essere escluso. Dobbiamo renderci conto di quanto sia preziosa la nostra unità, cercare di mantenerla viva nella fratellanza, ricordandoci che siamo chiamati a condividere nell’amore di Dio».

L’incontro annuale «Gafcon 2018», si conclude oggi 22 giugno.